Roberto Cuoghi
MIRACOLA
Nuova installazione luminosa per Luci d’Artista A cura di Carolyn Christov-Bakargiev
29 ottobre 2019 – 12 gennaio 2020
Torino, Piazza San Carlo
Nell’ambito delle sue attività sul territorio e su invito della Città di Torino, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ha commissionato e curato un’inedita installazione luminosa ideata dall’artista italiano Roberto Cuoghi (Modena, 1973) per Luci d’Artista di Torino.
La manifestazione torinese Luci d’Artista, nata nel 1998 e unica al mondo, rappresenta una vera e propria mostra d’arte contemporanea a cielo aperto che ogni anno, da fine ottobre a inizio gennaio, illumina le piazze e le strade di Torino dal centro alla periferia.
Questa nuova Luce d’Artista, donata da Roberto Cuoghi alla Città di Torino, rinnova per la prima volta dal 2015 la vocazione della Città a commissionare nuove opere d’arte pubbliche e ad ampliare la sua collezione delle Luci d’Artista. Realizzata in concomitanza con il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci (1519), l’opera ha richiesto la collaborazione attiva di tutti i locali pubblici e dei privati in Piazza San Carlo in un’inedita forma di partecipazione cittadina.
L’opera, realizzata a cura di IREN, è co-prodotta dalla Città di Torino e dal Castello di Rivoli in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino e Fondazione Contrada Onlus, con la sponsorizzazione di FPT Industrial, leader mondiale nella produzione e vendita di motori industriali, nonché con il generoso contributo di Hauser & Wirth.
L’opera è un’esperienza senza precedenti, unica e sinestetica in una delle piazze principali di Torino, Piazza San Carlo, nella quale le luci pubbliche e private periodicamente si affievoliranno creando una coreografia luminosa che immerge i passanti in istanti di assoluta oscurità, per poi reilluminare la piazza. Il passaggio dalla luce all’oscurità genera tensione e aspettativa. L’opera sarà attivata ogni ora per pochi secondi a partire dalle 21.
Miracola è imperativo del verbo miracolare (da mirari – ammirare), suggerisce un fenomeno visivo fuori dall’ordinario, attribuito a cause soprannaturali. L’esperienza del buio che appare per effetto della sincronizzazione delle luci della piazza appare come l’esperienza miracolosa della sparizione, del non apparire. Afferma Roberto Cuoghi: “Ho sinfonizzato le luci del ‘salotto’ di Torino, per costringere a considerare i vincoli cognitivi che separano la luce dal buio; per le caratteristiche che ho voluto che avesse e che ha, Miracola è un’opera antiretorica, non vandalizzabile, replicabile e non invasiva”.
“Un lampo (di buio) è qualcosa che accade per sottrazione”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli. “Non uno scontro tra estremità”, prosegue, “semmai il desiderio di rendere visibile la tensione dell’uno (il buio) rispetto all’altra (la luce). Si tratta di ri-pensare il buio non solo come assenza di percezione ma anche dispositivo generatore dell’esperienza individuale e collettiva, un po’ come vivere la piazza la notte come la si viveva nel Settecento, prima dell’illuminazione artificiale”.
È questa l’installazione luminosa di Cuoghi con cui la Città di Torino omaggia le teorie sul rapporto tra luce e ombra di Leonardo da Vinci, proprio nell’anno delle celebrazioni per il 500° anniversario della sua morte. Scrive Leonardo nel suo
Trattato della Pittura (1540 circa): “Ombra è privazione di luce, e sola opposizione de’ corpi densi opposti ai raggi luminosi; ombra è di natura delle tenebre, lume è di natura della luce, l’uno asconde e l’altro dimostra; sono sempre in compagnia congiunta ai corpi; e l’ombra è di maggior potenza che il lume, imperrocché quella proibisce e priva interamente i corpi della luce, e la luce non può mai cacciare in tutto l’ombra dai corpi, cioè corpi densi”. Secondo Christov-Bakargiev, “Questa riflessione di Leonardo potrebbe essere letta in relazione al principio di oscuramento. La luce c’è, ed è giusto che ci sia. Il buio è sempre un evento eccezionale dovuto esclusivamente all’assenza della luce, sia essa naturale o artificiale. Il buio invece no! Il buio è sempre e solo naturale! Anche se, nel tempo presente, per produrre il buio dobbiamo spegnere la luce artificiale, la stessa che illumina i nostri spazi cittadini prolungando la vita nelle ore notturne. In ultima analisi, stare al buio sarebbe la cosa più naturale del mondo e invece a noi contemporanei appare come un’esperienza del tutto artificiale. Oggi penso che Leonardo non avrebbe aggiunto altra luce e altro consumo energetico alla Città già iper illuminata. L’avrebbe sottratta. E avrebbe sognato”.
Ancora una volta nel lavoro di Cuoghi, che ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia nel 2017, sperimentare, fare, imparare, inventare sono fondamentali e tutto concorre a creare e ricreare situazioni in cui la centralità dello spettatore e la sua capacità d’interazione con l’opera d’arte sono fondamentali.
L’opera è stata realizzata con il sostegno di Hauser & Wirth