I giovani imprenditori parlano piemontese
di Eleonora Chiais
Dalla community riservata ai mangioni a quella per aspiranti miss, dalla mappa delle iniziative ecosostenibili fino al configuratore online di matrimoni. Continua a crescere in Italia il numero delle startup e il Piemonte è tra i capofila di questo trend positivo. Con le sue 111 società innovative, secondo i dati diffusi dalla Camere di Commercio nel novembre 2013, la regione piemontese ha conquistato il quarto posto nella classifica italiana mentre Torino è stata ancora migliore ottenendo la medaglia di bronzo, preceduta solo da Milano e Roma. Le aziende concepite all’ombra della Mole, si legge nel rapporto, sono 86 e, tra queste, 40 sono state sfornate da I3p, l’incubatore del Politecnico, 14 del 2i3t dell’Università di Torino e 6 dall’Enne3 dell’Università del Piemonte Orientale.
Gli aspiranti imprenditori, quindi, devono ringraziare in primo luogo i poli universitari che si propongono come guide fornendo consulenza, supporto e soprattutto sfruttando una ricca rete di connessioni tra le istituzioni. “Il fatto che Torino si confermi ai primi posti – spiega la stessa indagine di Infocamere – indica che esiste un eccellente sistema universitario, a cominciare dal Politecnico di Torino che si è saputo coordinare con le istituzioni, dal Comune alla Regione”.
Ma le ricadute sono importanti anche in termini occupazionali e quindi strettamente economici. In 14 anni di attività l’I3p ha avviato oltre 150 startup e nel 2012 queste hanno raggiunto i 750 posti di lavoro creando un giro d’affari di oltre 50 milioni di euro.
Il mondo delle strartup in salsa piemontese è vario e variegato: se alcuni si orientano verso le innovazioni strettamente tecnologiche, studiando macchine ad idrogeno o
Dedicata ai sognatori in senso letterale, la startup albese Dreamboard permette di registrare i propri sogni su un diario online tenendo traccia della propria attività onirica e, sotto la guida di un team di psicologi, interpretarla e analizzare similitudini e differenze con i sogni del passato recente.
Per gli amanti dell’e-commerce è nato Drindrin.it: basta inserire il codice di avviamento postale, il sito trova automaticamente i negozi della zona che effettuano la consegna a domicilio e permette di fare la spesa con una semplice serie di click tra gli espositori (virtuali) di supermercati, gastronomie, farmacie, fiorai e pet shop.
Largo alle community di buongustai: Twaggo permette di scattare una foto all’interno di bar e ristoranti per poi pubblicarla sui social network e ottenere subito un buono sconto; per chi preferisce la tranquillità del desco domestico c’è Gnammo il portale che permette a cuochi e aspiranti tali di definire un menù e, dopo aver stabilito luogo e prezzo, aprire le iscrizioni tra gli utenti invitandoli a casa propria per mangiare in compagnia chiedendo poi di votare online la performance culinaria.
Tra le molte startup nostrane, alcune si distinguono per originalità. Per esempio Tam Town, una piazza virtuale dove si incontrano domande e risposte. Serve una baby sitter all’ultimo momento? Basta digitare la richiesta in home page e immediatamente apparirà una lista di persone disponibili nella propria città; lo stesso accadrà se si cerca un idraulico, un personal trainer o addirittura un corso di ceramica o un disegnatore di siti web. Interessante anche Sostenibile.com, il progetto sperimentale che, si legge nel manifesto, vuole “migliorare l’Italia con il coinvolgimento dei cittadini nella veste di residenti, commercianti o fruitori di servizi all’interno di un territorio”. Nella pagina web è
L’universo delle startup in salsa sabauda è sfaccettato e anche bizzarro, ma può rappresentare concretamente una possibilità, molto sfruttata dai giovani che, affacciandosi sull’incerto mondo del lavoro trasformano l’idea internazionale di startup in una piemontesissima comensoma.
Questo articolo ha ricevuto il terzo premio per la sezione Economia e Artigianato alla settima edizione del Premio Piemonte Mese.