IUna vista mozzafiato sulla città dopo i restauri che l’hanno reso accessibile al pubblico
di Irene Sibona
In effetti la torre campanaria del Duomo di Torino ha un’aria un po’ stramba, con quel rialzo che – diciamocelo – sembra un po’ la versione antica di una sopraelevazione abusiva da condono edilizio anni ’80. Non che sia un caso isolato o raro: se ne vedono parecchi, di campanili così modificati. Proprio come molte chiese romaniche e gotiche dovettero sembrare tristi e spoglie ai committenti sei-settecenteschi, che ne stravolsero interni e facciate con intonaci, stucchi, dorature, affreschi e “abbellimenti” assortiti, anche i campanili furono sottoposti a interventi di adeguamento ai nuovi stili.
E appunto il caso della torre campanaria del Duomo di Torino, costruita attorno al 1470 accanto al complesso paleocristiano delle tre chiese comunicanti di San Salvatore, Santa Maria e San Giovanni Battista, e poi inglobata nel Palazzo di San Giovanni. Una ventina d’anni dopo le chiese furono abbattute e al loro posto fu costruito l’attuale Duomo, opera del non geniale Meo del Caprina e di cui la torre divenne il campanile, collegato alla chiesa da una galleria che ora fa parte del Museo Diocesano. Fu restaurato una prima volta nel 1620 e un secolo dopo ci mise le mani Juvarra, che progettò il rialzo e una cupola, seguendone con la tipica meticolosità tutte le fasi e i dettagli costruttivi. Si arrivò però solo alla cella campanaria e alla lanterna, mentre la cuspide non fu mai costruita.
Quando, nell’Ottocento, fu demolito il Palazzo Vecchio in cui la torre era inglobata nel contesto della costruzione della Manica Nuova di Palazzo Reale, il campanile rimase isolato e sostanzialmente ignorato fino al 1986, quando iniziarono i restauri curati dagli architetti Maurizio Momo e Giuseppe Bellezza e che, come recita la relazione tecnica, “hanno riguardato il restauro del coronamento settecentesco della torre campanaria compreso il suo complesso apparato decorativo e di parte dei locali e delle rampe di scala interne e in particolare la sistemazione delle aperture, protette da reti metalliche a maglia fine, e il consolidamento delle scale in legno”.
La torre dunque si compone di due parti distinte: la torre quattrocentesca a pianta quadrata che si eleva sul sito delle chiese paleocristiane, ancora segnata in alto dalle aperture della antica cella delle campane, e il coronamento settecentesco, realizzazione incompiuta del progetto di Filippo Juvarra.
La parte antica è a pianta quadrata di circa 10 metri di lato con possenti muri perimetrali spesso due metri “che salgono con larghezza costante sino al coronamento juvarriano dove, in corrispondenza della cella campanaria, il quadrato si raccorda ad ottagono”.
Ai restauri di fine anni Ottanta è stato dato seguito solo nel 2013, ad opera di Maurizio e Chiara Momo. Lo scopo era quello di aprire il campanile al pubblico consentendo la salita alla torre, nel contesto del percorso di visita al Museo Diocesano, fino ai 43 metri della torre campanaria, e da lì godersi un panorama meraviglioso.
Quanto segue è tratto dalla relazione dei restauratori e descrive le modalità e scopi dei lavori, che sono durati da marzo a ottobre 2013.
“L’attuale intervento è stato realizzato nell’ottica di rendere funzionale il collegamento esistente fra il Museo Diocesano e il piano terreno del campanile e di aprire al pubblico la torre campanaria mediante la sistemazione e il restauro delle scale e di parte degli ambienti del piano terreno e del primo piano esclusi dal restauro del 1986-1989.
Pertanto per il tratto ancora non restaurato della piccola galleria di collegamento con il Museo Diocesano si è provveduto ad una cauta pulitura della volta delle pareti in muratura, rivestite da lastre in acciaio Corten rimovibili che consentono il passaggio dei collegamenti impiantistici e la loro manutenzione.
Il locale al piano terreno del campanile è stato dotato di una nuova porta in ferro e vetro posta all’inizio del vano con maniglione antipanico e apertura verso l’esterno. Il portoncino storico rimarrà, durante l’orario di apertura al pubblico, aperto e non utilizzato. L’ambiente sarà attrezzato per accogliere i visitatori anche direttamente dalla piazza San Giovanni ed è dotato di pannelli illustrativi sulla storia e il significato della torre campanaria, nonché da un filmato che presenterà il percorso di salita e il panorama dalla cella campanaria.Tutte le scale lignee esistenti sono state adeguate alla normativa vigente per l’apertura al pubblico mediante il restauro e il consolidamento delle rampe e dei parapetti storici con l’inserimento di profili in ferro in corrispondenza delle travi inferiori e dei montanti dei parapetti con modalità che hanno consentito di mantenere integro l’impianto antico.
Inoltre è stato realizzato un nuovo mancorrente in ferro e i parapetti sono stati ulteriormente protetti da una griglia in ferro, in modo da consentire al visitatore un percorso di salita sicuro e confortevole seppur in un contesto totalmente conservato.
Per proteggere dall’usura le pedate storiche di tutte le scale, in gran parte ancora antiche, è stata coperta parzialmente la pedata con lamiera antisdrucciolo lasciando in vista sui due lati la struttura lignea.
È stato inoltre risistemato il tratto di rampa che corre lungo la parete nord al primo piano, riconducendolo alle pendenze antiche, mediante l’inserimento di gradini a fazzoletto e il consolidamento delle rampe.
Sono stati quindi sottoposti a pulitura, restauro e consolidamento gli assiti storici che delimitano le scale, dotando le rampe di mancorrenti in ferro e proteggendo le pedate lignee.
Per adeguare la cella campanaria juvarriana ad uso turistico e renderne più agevole la percorribilità si è provveduto, in corrispondenza della rampa di arrivo per un tratto priva di alzate, ad inserire nuove alzate lignee, a consolidarne la struttura, per consentire alla rampa un raccordo più agevole con il pavimento della cella. La rampa è inoltre protetta dagli agenti atmosferici da una piccola struttura in ferro e vetro emergente dal pavimento ma dissimulata, verso l’esterno, dal castello delle campane e dalla muratura dei pilastri.
L’affaccio sui quattro lati è protetto da ringhiera a bacchette posizionata sul filo esterno dei pilastri, ma visibilmente arretrata rispetto alle sottostanti balaustre in pietra settecentesche.
Il pavimento della cella, realizzato con due tavolati sovrapposti con interconnessa guaina di impermeabilizzazione, è stato restaurato tramite la stesura di nuova guaina e sostituzione del tavolato superiore degradato”.Alla Torre si può accedere attraverso Museo Diocesano, in piazza San Giovanni, di fianco al Duomo di Torino. Con il biglietto del Polo Reale si può usufruire di ingresso ridotto al museo e alla salita al Campanile.
Orario: venerdì, sabato e domenica ore 9:30-18 (ultimo ingresso ore 17:15)
Info: Tel 011 5156408 – www.diocesi.torino.it/museo