Il Piemonte vuole fare del turismo un’industria “glocal”
di Maddalena Lorenzato
L’accentuarsi dei fenomeni di globalizzazione ha infatti prodotto una nuova consapevolezza rispetto alla valenza strategica delle specificità e potenzialità locali in termini di sviluppo economico e sociale. Pertanto, oggi, il marketing territoriale si pone il preciso obiettivo di definire progetti, programmi e strategie per guidare il rilancio e lo sviluppo dei comprensori territoriali in funzione delle loro specifiche ed esigenze, producendo la più stretta simbiosi tra i potenziali clienti ed i mercati.
Con l’aumento della competizione turistica data dalla diminuzione dei prezzi e dei tempi di trasporto, si rende cruciale la valorizzazione del patrimonio turistico locale nelle sue diverse sfaccettature: panorama culturale e naturale, enogastronomia, storia, letteratura, arte e architettura, musica, teatro, tradizioni del Piemonte; si tratta di saper mettere in luce l’unicità di una geografia. Capire il potenziale e la qualità di queste risorse è una tappa fondamentale nell’elaborazione di un piano di sviluppo del turismo locale, che intende proporre come destinazione un prodotto qualificato da immettere sul mercato.
Come non menzionare a tal proposito la legge regionale del Piemonte 31/1995, la prima in Italia in materia ecomuseale a dare base giuridica per l’istituzione di 25 Ecomusei. Queste strutture mirano a ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale e le relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato. L’ecomuseo è espressione della cultura di un territorio considerato nella sua globalità, strumento per il suo recupero, rilancio e potenziamento. Una sorta di laboratorio dove, con la partecipazione attiva e il coinvolgimento della comunità, salvaguardare il patrimonio materiale e immateriale del passato, ma soprattutto progettare il futuro.
Da ricordare anche la nuova proposta di turismo sostenibile di cui sono state protagoniste le città di Biella e Verbania, capofila del Trekking Urbano 2014, nella Giornata Nazionale del turismo lento che lo scorso 31 ottobre è giunto alla sua undicesima edizione. Un’idea alternativa che consiste in percorsi a piedi, passeggiate lente che toccano monumenti d’arte, punti panoramici, osterie di cucina tipica, botteghe artigiane, mercatini, parchi giochi e luoghi in cui è possibile vedere la vita locale.
Al di là di questi esempi, bisogna ricordare che l’offerta turistica non può prescindere dalla valutazione del possibile impatto negativo che il turismo può avere sull’area stessa in cui si sviluppa: sia a livello ambientale, qualora comporti fenomeni che contribuiscono a degradare il paesaggio e l’ambiente come sovraffollamento, produzione massiccia di rifiuti, eccessiva e sregolata edificazione; sia a livello sociale, per il rischio di tensioni e contrapposizioni tra turisti e abitanti.
Il turismo sostenibile d’altronde si configura come un processo multidimensionale che coinvolge una pluralità di attori che agiscono a diverse scale: da un lato vi sono gli attori politico-istituzionali, ossia l’Unione Europea, lo Stato, la Regione Piemonte e gli Enti Locali, che operano producendo diritto, elaborando e implementando politiche e finanziando iniziative, dall’altro vi sono gli attori socio-economici: turisti, tour operator, strutture ricettive, terzo settore, che agiscono capillarmente nell’incontro tra domanda e offerta di turismo, nella pianificazione e nella scelta di strutture e servizi.
Proprio a partire da questa seconda propspettiva, è da segnalare che nell’estate 2014 è nato “Noi nelle Alpi”, coordinamento di nove associazioni ambientaliste, che si pone l’obiettivo di promuovere la cultura del turismo sostenibile in ambito montano, in quanto “il futuro del turismo montano non è la monocultura dello sci, ma una serie di progetti che garantiscano presenze turistiche dodici mesi all’anno”. In particolare, il coordinamento punta a diffondere il turismo escursionistico al di fuori dalla stagione estiva, a sviluppare l’accoglienza locale con la creazione di “alberghi diffusi”, recuperando il patrimonio residenziale in stato di abbandono, e a rilanciare l’agricoltura di montagna.
Questo articolo si è classificato al secondo posto all’ottava edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Cultura e Turismo