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Architetture criminali. Mostra fotografica di Adelaide Di Nunzio – fino all’8 gennaio 2022, Galleria Febo e Dafne

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ARCHITETTURE CRIMINALI
Mostra fotografica di Adelaide Di Nunzio
6 novembre 2021 – 8 gennaio 2022
Torino, Galleria Febo e Dafne

Architetture Criminalidi Adelaide Di Nunzio è una ricerca che spazia tra reportage e fotografia d’arte e che ha richiesto 10 anni di lavoro, dal 2010 al 2020. Una serie di stampe fotografiche ed un libro raccontano il degrado architettonico di una parte dell’Italia meridionale che non rappresenta semplicemente una bruttura estetica, quanto piuttosto è testimonianza degli effetti dell’illegalità sulla vita delle persone, sul tessuto urbano, sul paesaggio e sulla società. La selezione fotografica che compone la mostra ed il libro, infatti, è accompagnata dai ritratti di persone e personaggi incontrati dalla fotografa durante il lungo periodo di ricerca, a testimonianza del fatto che ciò che resta dell’opera umana non è mai svincolato dal proprio artefice e dal modo di vivere in cui è immerso.
L’occhio umano si abitua all’orrore del degrado e della fatiscenza. Lo sguardo, al primo impatto, inorridisce alla vista dell’edificio in disuso, del non finito abusivo o abbandonato, ma con il tempo questo diventerà invisibile. Ho voluto fotografare questi scheletri del degrado urbanistico come se fossero dei monumenti magnifici, al pari di altre attrazioni turistiche per le quali la nostra Italia è così famosa. Rappresentati come reliquie, questi relitti acquistano maggiore visibilità, catturano il nostro sguardo e ci invitano ad una riflessione profonda sulla storia contemporanea della nostra architettura e del nostro territorio.” (A. Di Nunzio)

Adelaide Di Nunzio, Stonehenge (basi in cemento per un edificio, nei pressi della Statale 106, versante Ionico, Reggio Calabria); cm.30×20; stampa fine art su carta baryta; 2010-2020

In un racconto visivo che attraversa Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, Adelaide Di Nunzio ci invita ad osservare la realtà per quella che è: l’occhio può abituarsi agli orrori e non leggerli più come tali e così può fare l’essere umano. Ma l’habitat in cui conduciamo le nostre vite non è solo involucro, ma anche specchio del tipo di relazioni sociali in cui siamo coinvolti. Con lo stratagemma estetico di rappresentare con autorevolezza e magnificenza tali orrori architettonici, la fotografa ci invita ad una riflessione profonda su tematiche etiche e morali, sociali ed antropologiche. Abituarsi alla bruttezza può essere sinonimo di abitudine all’illegalità?
Ovviamente il libro e la mostra non offrono risposte univoche, ma lo spunto ad una riflessione personale e profonda che ci chiama a rispondere come individui alla costituzione del tessuto sociale di cui siamo parte. La raccolta di foto è accompagnata nel libro da quattro paragrafi dedicati ognuno ad una delle regioni interessate, la narrazione e le riflessioni personali di Adelaide Di Nunzio offrono il primo spunto per un ideale dibattito collettivo.
Adelaide Di Nunzio nasce a Napoli nel 1978. Vive e lavora tra Colonia (Germania) e Napoli. Realizza progetti sia nel campo della fotografia artistica sia in quello del fotoreportage. Il suo approccio all’immagine è di tipo antropologico e sociale, alla ricerca di simboli ed evocazioni, con l’obiettivo di creare una rappresentazione visiva che offra una riflessione emotiva ed intellettiva su temi di attualità, ma al contempo universali. Ha esposto le sue opere in mostre collettive e personali presso fondazioni, musei e gallerie private nazionali ed internazionali. Ha collaborato con agenzie e riviste internazionali
Galleria Febo e Dafne – via Vanchiglia 16 interno cortile, Torino
Orari
9 novembre – 18 dicembre 2021: martedì-venerdì ore 15-19, sabato ore 11-19
21 dicembre 2021 – 8 gennaio 2022: solo su prenotazione al 331 3962965
Infowww.adelaidedinunzio.it

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