MONFEST 2022
Le forme del tempo. Da Francesco Negri al contemporaneo
Direttore artistico: Mariateresa Cerretelli
25 Marzo – 12 Giugno
Casale Monferrato
Dal 25 marzo al 12 giugno Casale Monferrato ospita la prima edizione di MonFest, festival biennale di fotografia diretto da Mariateresa Cerretelli e promosso dal Comune di Casale Monferrato, accogliendo 11 mostre di caratura nazionale che si dipanano attorno al tema che caratterizza il festival “Le forme del tempo. Da Francesco Negri al contemporaneo”.
Il tempo, nella sua natura fatta di sedimentazione e restituzione amplificata, è infatti il protagonista silenzioso degli scatti esposti ma allo stesso tempo è “una espressione ispirata da Italo Calvino che definiva le città la forma del tempo. Ma che noi – afferma Mariateresa Cerretelli – estendiamo ai paesaggi, alle realtà dei ritratti e alle creatività espresse dai fotografi qui esposti”.
Nel MonFest grande rilievo hanno anche le sedi che lo rendono un festival diffuso: il Castello, il Teatro, la Cattedrale, la Sinagoga (una delle più belle l’Europa) e Palazzo Gozzani Treville dove ha sede l’Accademia Filarmonica.
Questa prima edizione prende avvio dalla mostra Omaggio a Francesco Negri, a cura di Luigi Mantovani ed Elisa Costanzo e che si terrà in Castello. Avvocato, sindaco di Casale Monferrato dal 1881 al 1888, Francesco Negri fu soprattutto un grande fotografo noto per la sua attività instancabile di sperimentatore. Con lui ci si immerge pienamente nel mondo scientifico, tecnologico, artistico, culturale, sociale dalla seconda metà dell’Ottocento fino al primo quarto del Novecento. Le microfotografie, le stereoscopie, le tricromie, così come il teleobiettivo da lui brevettato consentono di guardare il mondo del visibile e dell’invisibile in modo, per l’epoca, incredibile e innovativo.
MonFest avrà una ricca e straordinaria componente femminile, con tre eccellenti fotografe esposte: Lisetta Carmi, Valentina Vannicola e Silvia Camporesi.
Lisetta Carmi è protagonista di una mostra molto intensa, Viaggio in Israele e Palestina, a cura di Daria Carmi e Giovanni Battista Martini. Negli spazi senza tempo della sinagoga sono esposti numerosi scatti inediti realizzati in Israele durante i due soggiorni del 1962 e del 1967, in cui Lisetta ha colto la complessa realtà di cui era costituito il nuovo Stato di Israele, dove la convivenza tra le varie componenti del suo popolo, fra immigrati provenienti da paesi lontani con culture e tradizioni diverse, era costantemente messa alla prova.
Completamente diverso è il lavoro di Valentina Vannicola e della sua Living Layers, a cura di Mariateresa Cerretelli e ospitata in Castello. Tra le principali rappresentanti in Italia della staged photography, la fotografia della “messa in scena”, Valentina ha riletto il territorio del VI Municipio di Roma ricorrendo a dei tableaux vivants in cui la città perde i propri riferimenti naturali di spazio e tempo, assumendo una valenza simbolica, quasi onirica.
Silvia Camporesi invece ha realizzato con la sua Domestica un diario umano e personale, un racconto fantastico della quotidianità. A cura di Benedetta Donato, e vincitrice del concorso “Storie di donne” indetto dal Soroptimist, le foto della Camporesi nascono tra le mura domestiche della fotografa nei giorni difficili del lockdown di marzo-aprile 2020. L’esposizione propone una serie di opere in un allestimento che induce in chi guarda le stesse emozioni che l’autrice ha provato nei giorni dell’isolamento. L’Accademia Filarmonica presso Palazzo Gozzani Treville sarà la sede che la ospiterà, assieme alla videoproiezione a cura di Stefano Marchino che omaggia le finaliste del concorso “Storie di donne” e alla collettiva a cura di Ilenio Celoria dal titolo Guardarsi per rinascere. Ritratti e autoritratti al femminile. Protagoniste le studentesse dell’Istituto Leardi e del Liceo Artistico Morbelli che hanno realizzato una serie di autoritratti durante il primo lockdown del 2020.
Sempre a cura di Mariateresa Cerretelli e con la collaborazione della galleria Dadaeast di Roma, la Cattedrale di Sant’Evasio di Casale Monferrato ospiterà Tributo a Leonardo di Maurizio Galimberti, che reinterpreta il Cenacolo
vinciano esponendolo nell’atrio della splendida chiesa. La sacralità e l’intensità sublime del Cenacolo vengono restituiti nella loro pienezza secondo il ritmo e lo stile caratteristico dell’autore, il cui lavoro ha richiesto un processo delicatissimo, mettendo in sinergia Polaroid / Fuji Instax e digitale.
Gabriele Basilico nel Monferrato, a cura di Andrea Elia Zanini presso il Castello di Casale, presenta una selezione delle fotografie realizzate nel 2006: Casale, Alessandria, Ovada, Tortona sono le protagoniste di ritratti, che raccontano piazze, architetture e vicoli delle città del Monferrato. Nel 2009 è la volta del delta del Po, ripercorrendo i luoghi già ritratti a partire dagli anni Cinquanta da Pietro Donzelli. Con identico “linguaggio documentario”, che impone il rispetto “oggettivo” dei luoghi fotografati, lo sguardo di Basilico si spinge fino all’Adriatico, fino a quei paesaggi nei quali terre e acque si alternano e si contrappongono, chiudendo idealmente il viaggio iniziato a Casale.
L’alessandrino Vittore Fossati proporrà Il Tanaro a Masio, mostra a cura di Giovanna Calvenzi. Corrispondente a due quaderni pubblicati nel 2012 e nel 2018, la mostra coglie la bellezza del paesaggio alessandrino nella semplicità voluta di questi scatti racchiudono l’essenziale: gli alberi, i colori del cielo e dell’acqua e un disegno di rami sempre diversi. Per vedere come è possibile racchiudere l’essenza di un luogo senza sovrastrutture o particolari costruzioni tecniche. Anche questa mostra sarà ospitata in Castello.
Dal Piemonte alla Campania, con Fotografare il Tempo, Pompei e dintorni, immagini di Claudio Sabatino ospitate in Castello. Città sepolta e dimenticata per oltre 1700 anni, metafora del tempo imponderabile e della vulnerabilità umana, il lavoro di Sabatino è sulle stratificazioni della storia per riflettere sulla relazione mutevole che il paesaggio intrattiene con il passato e il presente. Le rovine, magnifiche testimoni della catastrofe e l’insediamento odierno, testimone della selvaggia espansione edilizia, danno vita a una relazione paradossale che ridefinisce in senso sociale il nostro patrimonio e la sua tutela. Questa mostra, a cura di Renata Ferri, sarà accompagnata da un video proiettato accanto a quello della mostra di Basilico.
Il mondo di Silvio Canini a cura di Elena Ceratti nelle sale del Castello, offre uno spaccato della fervida attività creativa dell’artista romagnolo Silvio Canini. “Silvio è un artista poliedrico, un vero creativo e come i veri creativi è un eterno ragazzo che ti permette con i suoi lavori di sorridere e sognare, sempre”.
Raoul Iacometti, con #homeTOhome, racconta nel Foyer del Teatro Municipale di Casale Monferrato, i ballerini di tutto il mondo ritratti con il cellulare nelle loro case in posizioni plastiche durante il lockdown. A cura di Luciano Bobba, quando nei teatri internazionali regnava ancora il silenzio a causa della pandemia, Raoul ha creato un set a casa sua e nelle case dei grandi protagonisti della danza internazionale e su questo nuovo palcoscenico virtuale ha lanciato il suo progetto #homeTOhome. Sono più di quaranta gli artisti coinvolti, tra i quali ci sono primi ballerini e solisti, tutti impegnati in corpi di ballo di alcuni tra i teatri più importanti dislocati in diversi luoghi nel mondo.
I soggetti delle fotografie di Ilenio Celoria, Fotomorfosi Infernot sono le piccole architetture ipogee scavate nella pietra che, dal 2014, sono state iscritte nella World Heritage List dell’UNESCO nell’ambito de “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. Le immagini in mostra sono state realizzate con una speciale fotocamera che produce immagini sferiche a 360° poi trasformate in rappresentazioni stereografiche. L’esposizione è curata da Simona Ongarelli e si svilupperà negli spazi del Castello.
Infine le foto dei 34 vincitori del concorso Da Casale al Po alle colline del Monferrato saranno esposte in un ampio spazio del Castello a cura di Paola Casulli e con la videoproiezione curata da Stefano Marchino.
Questo effervescente clima creativo accoglierà gli ospiti del Festival che, com’è prassi, nelle tre giornate ufficiali “occuperanno” Casale Monferrato con incontri, talk e letture portfolio già dal primo fine settimana di apertura. Le mostre resteranno godibili fino al 12 giugno.