DASEIN
Mostra personale di fotografia di Diego Dominici
5 maggio – 4 giugno 2022
Torino, Galleria Febo e Dafne
La galleria Febo e Dafne, come associato TAG e come espositore alla fiera The Phair, aderisce all’iniziativa TORINO PHOTO DAYS con la mostra personale di Diego Dominici Dasein. La galleria sarà aperta, oltre che nei consueti orari (dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19), eccezionalmente per i due eventi del 24 maggio, dalle ore 18 alle 21 per le visite guidate con l’artista; e del 27 maggio alle ore 21 per un talk sull’uso della fotografia tra arte e reportage. TORINO PHOTO DAYS mette in rete, dal 24 al 29 maggio, tutte le proposte degli enti cittadini che vi aderiscono, sia pubblici che privati, in un’ampia proposta corale dedicata all’universo fotografico.
Dasein è la mostra che, senza specifico intento retrospettivo, si interroga sul percorso di ricerca fotografica di Diego Dominici. L’analisi avviene attraverso la presentazione di una selezione di opere tra le più rappresentative del lavoro svolto dall’artista negli ultimi 18 anni. L’esposizione diviene quindi il percorso nell’estetica dell’autore, cogliendone le profonde narrazioni che si rivelano ad una più attenta osservazione dei suoi scatti. Passando dalla bidimensionalità delle stampe fotografiche, le immagini svelano il groviglio dell’interiorità e della psiche umana.
In galleria Dominici indagherà la sua visione insieme ai visitatori, analizzando le immagini con loro e li aiuterà a penetrare le motivazioni più intime della sua ricerca artistica. Lasciando comunque all’osservatore l’autonomia di percepirne anche solo l’estetica formale, cercherà la possibilità di uno scambio costruttivo.
Diego Dominici è un artista che indaga lo spettro dell’animo umano, sia negli aspetti più comuni e quotidiani che in quelli più intimi e inquieti. La mostra offre uno sguardo profondo ed ermetico dell’interiorità e suggerisce emozioni e sentimenti veicolati da una personale interpretazione artistica.
La mostra includerà le seguenti serie fotografiche:
Atman. La serie Atman (essenza) è il risultato di una lunga ricerca estetica, dove l’autore ha utilizzato dei filtri fisici (vetri, pannelli e vari materiali plastici) attraverso cui ha fotografato svariati soggetti. In questa serie, il tessuto costituisce una nuova frontiera, attraverso cui l’essenza dell’individuo si manifesta, mutando la sua forma, creando nuove superfici che si muovono tra luci ed ombre. Questa nuova pelle, che diventa sia un involucro sia una superficie, si confonde con la volontà del soggetto per creare nuove forme involontarie, facendo divergere il significato dal significante. Atman è un progetto fotografico che ci parla di problemi di comunicazione e di relazione, della distanza e dell’isolamento, dell’accettazione e della volontà di reagire.
Plastic. L’evoluzione/involuzione dell’Umanità ha un nome: Plastica. Il materiale contemporaneo per eccellenza invade la quotidianità, pervade ogni gesto e attimo. I soggetti ritratti condividono lo spazio scenografico con la plastica, ne vengono fagocitati, sommersi o ricoperti, in un crescendo catulliano di “Odi et Amo”. Anche in questo caso, la narrazione sottesa all’estetica del progetto carica di significati intrinsechi la scena rappresentata, denunciando l’eccessiva presenza della plastica nelle nostre vite e l’incapacità di riconoscerne la minaccia ambientale da parte dell’Uomo.
Red Clouds. L’aria e il cielo, sono il punto di partenza di questa ricerca, e vengono analizzati come spazio condiviso da tutti, ovunque. Le nuvole, che si disegnano nel cielo della realtà, sono il soggetto a cui la nostra fantasia si rivolge, creando nuovi spazi e limiti. Così le nuvole diventano superfici stilizzate e geometriche, tracciando invisibili confini nel nostro mondo.
Ater – Sail into the black. A journey through color. Black. Ater è una serie di fotografie che vogliono rappresentare momenti, sentimenti e visioni. Tutte vengono realizzate attraverso l’utilizzo del colore nero e delle sue sfumature, sfruttando il trattamento lucido o quello opaco per creare volumi e profondità. Ater, che letteralmente rappresenta il nero opaco e il nero della sua accezione più negativa, vuole essere una critica al mondo contemporaneo: corrotto, indifferente alla tutela dell’ambiente e privo di valori etici e morali.
Parafilia. Parafilia dal greco para (oltre) e filia (amore). Le maschere indicano le esplosioni di interiorità che si vogliono negare, caratterizzate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti. Rappresentano la mancanza di comunicazione con sé stessi e di conseguenza con gli altri, che crea un forte senso di disagio. Si costituisce una chiara divisione tra ciò che appare e ciò che è realmente, una frammentazione dell’individuo.
Dall’ altra parte si crea un senso di comunità. Infatti, ogni persona, indipendentemente da ogni aspetto, è rappresentata con la stessa maschera, attraverso la stessa visione. Un progetto che vuole raccontare la libertà attraverso una maschera.
Unbody Project. Il corpo come fisicità, linea, forma: in questo progetto, Diego Dominici supera il concetto di ritratto, trasformando la corporeità in mero espediente estetico. Luce e forma si rincorrono, la texture epiteliale gioca con le ombre e si erge a materia plastica, rivelando venature, profili e tracce di corpi femminili. La linea di separazione tra la Donna e la sua rappresentazione si fa sempre più sottile, il Simulacro della femminilità diventa puramente estetico, scevro da riferimenti voyeuristici o influenzati dalla cultura dominante maschile. Questa volta, l’occhio dell’artista fotografa la forma, indaga la superficie, senza interrogare l’essenza.
Nato nel 1980, laureato in filosofia, Diego Dominici si avvicina alla fotografia spinto da una passione viscerale. Nel 2008 inizia a lavorare nell’ambito della fotografia di eventi e commerciale a livello nazionale e internazionale. Attualmente, vive e lavora a Torino, affiancando alla propria professione la continua ricerca fotografica in ambito artistico. Sono passati 14 anni dalla sua prima esposizione in una collettiva, negli ultimi mesi vi è una personale presso il Polo del ‘900 a Torino e la pubblicazione sulla rivista d’arte e letteratura “Graphie” nel mese di marzo.
Galleria Febo e Dafne – via Vanchiglia 16 interno cortile, Torino
Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19