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Summer Plays. Spettacoli del 5, 7, 9 luglio al Gobetti

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SUMMER PLAYS
Spettacoli 5-9 luglio

Nell’ambito di Summer Plays. Nuove destinazioni, dal 5 al 9 luglio andranno in scena, al Teatro Gobetti di Torino:
Martedì 5 luglio ore 21 – Dentro l’amore mio per uno – Primo studio
Monologo liberamente tratto da Uno di Valentina Diana
Lo spettacolo, di e con Elena Serra, viene proposto in forma di primo studio per la drammaturgia di Valentina Diana, con la collaborazione musicale di Luigi Orfeo e il sound design di Filippo Conti. La produzione esecutiva è di Cooperativa Smart.
Giovedì 7 luglio ore 21 – A casa allo zoo
di Edward Albee, traduzione Enrico Luttmann
Il lavoro, la realizzazione personale attraverso la creazione di una stabilità familiare, la necessità di sottostare a leggi, il non eccedere, l’ordine: tutta una serie di elementi che ci indicano come la civiltà stia attraversando un delicato processo di evoluzione, sempre in bilico tra conquista e 
repressione.
Le scoperte tecnologiche e scientifiche, sempre più rapide e sempre più ambiziose, si affiancano a un processo di dominio dell’uomo sull’uomo, che sembra accentuarsi man mano che la civiltà diventa sempre più perfetta. La società progredisce inesorabilmente secondo i propri ordini, ma la violenza alla quale si assiste nell’epoca contemporanea può indicare che non riusciamo più a far fronte al progresso stesso.
Il personaggio di Peter è l’archetipo dell’uomo represso. Si definisce uomo e allo stesso tempo recrimina questo status. L’Uomo-Peter, prima di manifestarsi in quanto tale, ha dovuto percorrere diverse fasi evolutive; nel corso di milioni di anni ha iniziato ad acquisire consapevolezze maggiori che gli hanno permesso di tessere i primi rapporti con altri della sua specie, passando dall’essere preda a predatore, dall’essere figlio a padre della terra che lo ha generato, dall’essere scimmia a essere umano.
L’uomo-Peter di oggi è riuscito ad acquisire un’altra consapevolezza fondamentale: la consapevolezza del credere in qualcosa. Peter crede nel lavoro, nell’ordine e nella simmetria. La moglie Ann, invece, sente un forte desiderio di parlare, ma in che lingua? Vive nel mondo dell’Uomo-Peter, parla come l’Uomo-Peter ma ha uno sguardo ancorato al mondo degli animali, al mondo degli istinti. Tra lei e il marito l’incomunicabilità pare insormontabile, anche quando, ormai a carte scoperte, i due si confessano segreti terribili e tracce di un passato che è meglio rimuovere. L’unica scappatoia da questa incomunicabilità potrebbe essere la follia, ma anche andare fino in fondo in quella direzione non è facile. Perché nella società in cui vivono non ci sono parole per gli istinti, nessuna possibilità di respiro e di vita.
E allora quel debole tentativo di scuotere un’esistenza ordinaria si trasforma subito in rinuncia.
Fino a quando nella loro vita non si inserisce Jerry, l’istinto animale per eccellenza, quello che la società considera un vagabondo, un essere ai margini. Cosa succede allora quando l’Animale-Jerry si confronta con l’Uomo-Peter? Un epilogo sorprendente, che passa attraverso un incontro apparentemente casuale. I due linguaggi stridono e stonano tra di loro, mettendo in risalto violenza e incomunicabilità. Cosa succede allora quando questi due mondi, questi due linguaggi agli antipodi entrano in contatto? Il meccanismo è azionato e la bomba è pronta a scoppiare.
Sabato 9 luglio ore 21 – Ruy Blas. Quattro quadri sull’identità e sul coraggio
Adattamento dell’opera Ruy Blas di Victor Hugo
Sullo sfondo di un mondo che è sul punto di crollare, il dramma di Ruy Blas racconta la storia di un alto funzionario della corte spagnola che, per vendicarsi della Regina, tesse un inganno scambiando l’identità del proprio servo Ruy Blas con quella del nobile Don Cesare, per poi introdurlo a Corte. Ruy Blas, ignaro degli intenti del suo padrone Don Sallustio, accetta lo scambio e veste i panni di Don Cesare perché è l’unico modo, per lui, di avvicinarsi alla Regina di cui è profondamente innamorato.
Ruy Blas è la storia di un uomo che si ritrova a rivestire un ruolo e un nome non suoi riuscendo, grazie a questo inganno, a utilizzare al meglio le sue qualità, i suoi valori e ad avvicinarsi a un amore altrimenti impossibile. Gli attori, diretti da Marco Lorenzi, entrano nel cuore del melodramma ottocentesco e rispolverano per il pubblico – collocato sui tre lati dello spazio scenico – tutta la contemporaneità di un testo che si rivela una viva e raffinata riflessione sul senso dell’identità.
Il cuore di questo progetto è il piacere e l’emozione di mettere in dialogo e in cortocircuito tra loro un testo teatrale, così (apparentemente) lontano da noi, la tecnologia e le forme che il teatro contemporaneo ci mette a disposizione. È un dialogo tra Victor Hugo e gli uomini di oggi.
Nella prefazione, scritta pochi giorni dopo il debutto trionfale di Ruy Blas nel 1838 a Parigi, Victor Hugo distingue gli spettatori in tre categorie a seconda che siano più attratti dall’azione, dalla passione, oppure dal pensiero e dalle idee. Volendo descrivere il testo in base a queste tipologie elementari si potrebbe affermare che Ruy Blas è un’opera completa, capace di soddisfarle tutte. È un dramma d’azione, nel piano ordito da un potente ai danni della Regina. È passionale perché racconta una storia d’amore impossibile. Il vero protagonista in realtà è la Storia nel suo procedere amaramente cieco e inarrestabile che assume il ritmo, le proporzioni, la solennità di un trapasso epocale. Niente di quanto accade in Ruy Blas avrebbe senso e sarebbe davvero possibile se non si svolgesse dentro il processo di dissoluzione di uno Stato e di una civiltà.
Teatro Gobetti – via Rossini 8 Torino
Biglietti: Intero 5 euro

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