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Le cartoline di Enrico Mottura – di Emanuele Franzoso

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Tra collezionismo amatoriale e narrazione storica

di Emanuele Franzoso


cartoline-1La scoperta di una scatola di cartoline appartenuta allo zio e contenente molti ricordi di famiglia si è trasformata per il collezionista Enrico Mottura, classe 1958, in una vera passione per il materiale postale alimentata negli anni e, in buona parte, dedicata alla collina torinese.

Cresciuto in una lingua di terra che si estende tra il fiume Po e i piedi di Superga, Mottura alla fine degli anni Ottanta viene a conoscenza di una raccolta di scritti inviati dal fratello di sua madre alla famiglia durante la terribile esperienza bellica in Russia. Conservate in una scatola c’erano 450 lettere e cartoline che testimoniano vicende personali, e talvolta dolorose, di una corrispondenza fra parenti stretti e amici. Il mittente, Luigi Garella detto Vigìn, visse a Borgata Pescatori, 
la frazione di San Mauro dove Mottura è cresciuto e dove abita tuttora con la sua famiglia. Oltre ad aver fatto il militare nei Carabinieri, Vigin svolse l’attività di maggiordomo girando l’Italia e l’Europa al servizio di ricchi signori. Anche questa sua professione è documentata nella scatola dei ricordi riscoperta dal nipote dopo la scomparsa dell’amato zio. Oltre ai messaggi, non sempre recapitati per motivi bellici, sono numerosi, infatti, “saluti da…” località di villeggiatura dove i signori possedevano le seconde e terze case e dove Garella si recava per svolgere l’attività di maggiordomo, appunto.
La passione cresce in fretta e va presto oltre quella di ricostruire la corrispondenza tra lo zio, la madre e la sorella. Enrico Mottura, già propenso a raccogliere documenti del passato, inizia a girare  i  mercatini, da sempre per gli appassionati dei veri e propri alvei in cui setacciare la terra per trovar l’oro. “Ho iniziato ad andare il sabato al Balon, racconta Enrico Mottura, e ogni tanto su qualche banco ho trovato materiale postale interessante: Inizialmente cercavo le informazioni su giornali e riviste di collezionismo, poi è arrivato internet e gli acquisti online“. L’obiettivo principale è sempre lo stesso: reperire pezzi di valore, con grande attenzione alle rarità.
Le prime cartoline si diffondono alla fine dell’Ottocento. Il 1° gennaio del 1974 nasce la cartolina postale semplice, qualche anno dopo (1885-1890) arrivano quelle illustrate e quindi quelle commerciali. Nella collezione di Enrico Mottura, frutto di una passione di oltre vent’anni, ce ne sono di tutti i tipi: le miniature, quelle doppie, quelle in rilievo e alcune, addirittura, con le immagini dei monumenti che escono da una valigetta da viaggiatore di carta, apribile sul lato illustrato, tenuta ferma da un semplice dispositivo. Tutto è iniziato dalla scatola di Vigin e da qualche acquisto low-cost.
I primi soggetti sono stati Superga e San Mauro”,racconta Mottura dal suo balcone vista Basilica e collina. “La prima in assoluto, del 1906, è una veduta di Superga classica che faceva parte di un mucchio di pezzi mal conservati e, rivela il geloso proprietario, l’ho acquistata perché era economica e subito l’ho infilata nei primi, piccoli, libretti di raccolta“. Ora quei piccoli dossier sono diventati così zeppi, grandi e numerosi che occuperebbero un intero scaffale di una biblioteca. Raccontano un pezzo di storia della collina torinese e hanno una forte valenza autobiografica.
Possiedo oltre cinquemila cartoline, precisa Mottura, raffiguranti precise località geografiche: San Mauro Torinese e Rivodora, in particolare, e poi luoghi di vita e di scampagnate (anche quelle da bambino, con lo zio in cerca di funghi), un tipo particolare di industrie, quelle chimiche, farmaceutiche, esplodenti, collegate al mio lavoro di chimico industriale; ma anche cartoline di Torino di editori specifici, come Modiano, Ajassa e Ferrato, Calligaris, e le lucide Sacat. E naturalmente la collina di Superga“.
Un incontro importante per il nostro chimico-collezionista è stato quello con Fabrizio Bertolino. Quest’ultimo, nato nel 1966, risiede da circa dieci anni a Superga, è ricercatore in Pedagogia generale e sociale presso l’Università della Valle d’Aosta e dal 2001 ricopre la carica di Presidente del Parco Naturale della Collina Torinese. Alcuni anni fa viene a conoscenza del collezionista sanmaurese; cresce un’amicizia e la reciproca passione per
Superga si trasforma in un libro. Le competenze specifiche di Bertolino e la collezione di Mottura convincono i due alla pubblicazione di Superga. Cronache, luoghi e identità in un secolo di cartoline. Nel libro, presentato nel dicembre 2010, hanno trovato spazio 237 cartoline parte della “collezione Superga” in cui rientrano tutte le immagini della Basilica, della tranvia a dentiera, dell’abitato di Superga, e di quei luoghi che per rapporti di stretta vicinanza geografica (borgata Sassi di Torino, borgata Sant’Anna di San Mauro) o rapporti funzionali (Madonna del Pilone come punto di partenza delle gite al colle) aggiungono elementi alla comprensione delle caratteristiche e della storia di questo luogo. Delle 1349 cartoline di cui la collezione è composta, ben 256 risalgono a prima del 1905.
Produrre un libro è stata un’esperienza stimolante e forse non sarà l’ultima”, conclude Mottura. “Ho imparato infatti, che le collezioni non sono fatte per restare nei cassetti”.

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