Enter your email Address

Angelo Mosso, cercatore dell’ignoto – di Gabriella Bernardi

0

Storia di uno scienziato rivoluzionario

Gabriella Bernardi

mosso-1-quadernoChissà quante volte il portinaio del civico 45 di via Madama Cristina a Torino avrà incontrato e salutato il professor Angelo Mosso, lo scienziato di umili origini chieresi che stava rivoluzionando la fisiologia. Oggi al piano terra di questo sobrio palazzo si trova la sede di una banca, ma lo stretto e lungo ingresso ricorda un’atmosfera passata. Solo pochi isolati separano l’edificio dall’istituto in cui Angelo Mosso era titolare della cattedra di Fisiologia. Il suo domicilio parrebbe alquanto strategico, e probabilmente anche una sorta di compensazione, perchè i rivoluzionari laboratori che egli stesso ideò e fece costruire in montagna ad alta quota, come la Capanna Margherita in Valle d’Aosta, all’epoca, erano ben più ardui da raggiungere.
Ma chi fu Angelo Mosso? Un medico, un fisiologo, uno sperimentatore, un inventore? Se potessimo sintetizzare la principale caratteristica di questo scienziato dell’Ottocento dovremmo attenerci alla definizione di “cercatore d’ignoto”, come lo definiva sua figlia Mimì.
Vissuto in pieno positivismo, amico di Edmondo De Amicis e di Quintino Sella nonché marito di Emilia Treves, sorella del famoso editore, Angelo Mosso nacque a Chieri il 30 maggio 1846 e morì a Torino nel 1910. Per raggiungere quella che oggi chiameremo fama, Angelo Mosso partì da molto lontano – in tutti i sensi: nacque da una famiglia operaia di Chieri e grazie ad essa acquisì anche una certa abilità manuale e la passione per la costruzione di strumenti meccanici derivata dall’aver aiutato da ragazzo il padre fabbro.
Nel 1870 si laureò in medicina a Torino e fu ufficiale medico in varie città, soprattutto al sud. Nel 1873 iniziò l’attività di ricerca presso il laboratorio di Fisiologia di Firenze diretto da Moritz Schiff; due anni dopo si recò a Lipsia dove, nel biennio 1874-75, fu allievo di Carl Ludwig, apprendendo la tecnica del metodo grafico per lo studio dinamico dei fenomeni fisiologici. Prima di tornare in Italia proseguì gli studi con Ernst Wilhelm von Brucke, Emil Du Bois-Reymond, Claude Bernard e soprattutto Etienne-Jules Marey. In patria frequentò assiduamente l’Istituto di Fisiologia di Torino e nel 1875 fu nominato Professore di Farmacologia, mentre nel 1879, all’età di 33 anni, succedette a Jakob Moleshott alla cattedra di Fisiologia, di cui fu direttore per 25 anni.
Come scienziato positivista si interessò anche di problemi sociali quali quelli educativi e le attività ricreative e sportive, e fu un convinto sostenitore dell’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole, sia ai ragazzi sia alle ragazze. Nel 1904 fu nominato senatore e durante gli ultimi anni della sua vita, fra il 1907 e il 1910, eseguì delle ricerche archeologiche a Creta cercando di quantificare i dati antropometrici dei reperti, e partecipò a numerose campagne di scavo in Sicilia, in Calabria, a Tarquinia e in Puglia.
Fin qui nulla di strano: è il riassunto di una brillante carriera universitaria.
Ma Angelo Mosso viene ricordato ancora oggi, e non solo nelle manifestazioni celebrative, come l’iniziatore degli studi sulla fisiologia ad alta quota. Fu tra i primi a compiere spedizioni scientifiche in montagna, sul Monviso nel 1877 insieme a Quintino Sella, e nel 1892 alla Capanna Vallot sul Monte Bianco, per studiare il comportamento del corpo umano in condizioni estreme. Nel 1895 la regina Margherita, appassionata di scienza e amante dell’alpinismo, gli propose di fondare un osservatorio di montagna per lo studio della meteorologia, della fisica e della geofisica. Angelo Così, nel 1902, Mosso fondò l’Osservatorio Regina Margherita “fondato su roccia”, in competizione con l’Osservatorio Jannsen sul Monte Bianco (fondato su ghiaccio, una scelta che dopo un po’ di stagioni si rivelò non felice). 
L’osservatorio di Mosso, costituito da una sola stanza presso la Capanna Margherita alla Punta Gnifetti sul Monte Rosa, ospita l’Istituto di Fisiologia per lo Studio delle Alpi. L’attività di ricerca condotta nel piccolo laboratorio sotto la guida di Mosso fu di altissimo livello, tanto che nel 1903 l’Accademia delle Scienze di Washington dichiarò il laboratorio Istituto Internazionale: un centro di eccellenza torinese all’inizio del secolo! Nel 1907 fu inaugurato al Col d’Olen a quota 2990 metri, un nuovo Istituto più ampio e più facilmente raggiungibile, che prese il nome da Angelo Mosso. Restano importanti le sue ricerche sul lavoro muscolare, sulla pressione arteriosa (inventò lo sfigmografo) sulla respirazione e sugli scambi gassosi, sulla funzione regolatrice e sui centri della CO2 respiratoria. Ad esempio nel definire i meccanismi del mal di montagna al capitolo XIV della Fisiologia dell’uomo sulle Alpi scriveva: “La sede del mal di montagna deve riporsi in una depressione dei centri nervosi, in una leggera debolezza del cuore, in una momentanea diminuzione dell’energia di quest’organo e in un consecutivo rallentamento della circolazione che dà origine all’affanno del respiro”. Ciò che contribuì al suo convincimento sull’origine del mal di montagna fu l’osservazione che, posto un soggetto (in genere suo fratello Ugolino) in camera di decompressione, questi si sentiva meglio se, senza variare la pressione assai ridotta dell’aria contenuta, a questa veniva aggiunto il 5% di anidride carbonica a spese della concentrazione degli altri gas e cioè dell’ossigeno e dell’azoto.
Mosso inventò anche l’ergografo, strumento che gli permise di eseguire studi sull’insorgenza della fatica muscolare e con questo notò una modesta differenza tra il lavoro che i muscoli possono compiere a Torino e sulla Punta Gnifetti. Questi ed altri studi in alta quota sono alla base delle attuali conoscenze sull’adattamento in alta montagna e dei piloti ad alta quota.

 

Comments are closed.

Exit mobile version