Le prime astronome piemontesi
di Gabriella Bernardi
Come mai sono ricordate poche donne nella storia della scienza? Eppure, ovunque ne abbiano avuto la possibilità, hanno lavorato con rigore e autorevolezza. Ovviamente sono state guardate a lungo con sospetto, perché i luoghi di produzione del sapere erano riservati agli uomini, il loro lavoro è stato assorbito in quello dei colleghi maschi, e loro stesse spesso si firmavano con nomi maschili per essere prese sul serio.
Curioso è ripercorrere un caso nostrano, dato che il XX secolo vede l’ammissione formale delle donne alle università, sia come studentesse sia come docenti. Prive ancora di possibilità uguali di carriera professionale, tuttavia, molte laureate dovettero accontentarsi di fungere da assistenti o di insegnare alle scuole superiori, e nei corsi a carattere scientifico l’istruzione femminile rimase comunque minoritaria. Ad esempio, da una ricerca compiuta presso l’Osservatorio Astronomico di Torino consultando i registri e le tesi emergono dati curiosi ed uno spaccato di vita ormai dimenticato e lontano.
La prima dottoressa citata negli archivi è Luisa Viriglio, collaboratrice dal 1904 al 1906; la segue Ernesta Fasciotti, collaboratrice nel 1905 fino all’anno seguente: Giovanna Greggi divenne collaboratrice nel 1911 e pure l’anno seguente, mentre nel 1913 raggiunse la carica di Secondo Assistente e nel 1927 era Ordinario di Matematica e Fisica presso l’Istituto Tecnico di Mondovì; un suo lavoro di argomento matematico fu pubblicato negli Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti nel 1911-12. Teresa Castelli fu collaboratrice dal 1914 al 1918, come Tiziana Comi che fu anche socia della Società Urania e tenne applaudite conferenze di argomento astronomico.
A volte i destini furono diversi: Jeannette Mongini fu collaboratrice dal 1919, ma dimissionaria dalla carica di assistente il 25 novembre del 1920, mentre Corinna Gualfredo, collaboratrice dal 1916 al 1921, nell’agosto del 1916 fu la prima a diventare Assistente di ruolo. Facendo una ricognizione negli archivi si trova anche un suo lavoro sulla determinazione delle costanti del piccolo cerchio meridiano, uno strumento presente in Osservatorio ed utile per l’osservazione degli oggetti celesti che passano in meridiano. Sfogliandolo è anche curioso soffermarsi a leggere la prefazione del direttore Boccardi e ci sorprende subito perché, parlando di lei, utilizza la terza persona maschile. Corinna Gualfredo oltre che nell’attività scientifica si destreggiò anche in quella divulgativa entrando a far parte del comitato di redazione della rivista astronomica “Urania”. In seguito il Boccardi di lei scriverà: “Sig. Gualfredo, che dal 1915 in poi aveva concorso largamente alle osservazioni, specialmente in I° verticale, si è ritirata dalle osservazioni alla fine di settembre, In tal modo viene a mancare all’Osservatorio un aiuto efficace, intelligente e non retribuito”. Da quest’ultima precisazione si comprende bene come mai questi aiuti fossero tollerati.
Carla Greggi divenne Aiuto tecnico dal 1912 al 1920, ma in un lavoro di Corinna Gualfredo viene definita calcolatrice, termine che indicava le persone addette ai calcoli matematici di tipo scientifico, ovviamente manuali dato che non esistevano ancora né calcolatrici tascabili, né calcolatori elettronici.
Ora la situazione è ben dicersa, e il personale conta quasi il 50% di presenza femminile a tutti i livelli, ed anni fa il ruolo di direttore è stato affidato ad una donna. Padre Boccardi dovrebbe riscrivere il suo regolamento…
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