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Il paese dipinto – di Jessica Pasqualon

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Una passeggiata tra i muri di Maglione

di Jessica Pasqualon

Ci sono posti che sembrano appartenere ad un’altra dimensione. Maglione ne è l’esempio. Un piccolo paesino immerso tra le linee sinuose e verdi delle colline del Canavese. Pochi abitanti, persone riservate, si conoscono tutti. All’apparenza nulla di straordinario, ma osservando più attentamente i muri delle case e i cartelli stradali si può notare che… Maglione è un paese dipinto in cui l’arte è ovunque. Artisti famosi nel panorama nazionale e non solo hanno contribuito a creare il MACAM, acronimo di Museo d’arte contemporanea all’aperto di Maglione.
Facciamo un salto indietro nel tempo, torniamo agli anni Ottanta del secolo scorso quando torna nel suo paese d’origine il regista cinematografico Maurizio Corgnati che, dopo aver vissuto esperienze artistiche in giro per l’Italia, decide di ritirarsi nei luoghi della sua infanzia. 
ga-maglione1 Corgnati nutre da sempre una passione per l’arte visiva e letteraria, favorita dal suo lavoro; ha avuto modo di conoscere numerosi artisti affermati o emergenti, con cui ha instaurato forti legami di amicizia e di stima. Tornando nelle colline piemontesi sente la necessità di condividere con i suoi compaesani, nonché compagni di infanzia, la sua personale passione per l’arte. Lo fa però in una maniera particolare: non si limita ad esporre quadri in un locale come in una normale galleria d’arte, troppo anonima e poco adeguata allo spirito dell’iniziativa. Il regista punta a qualcosa di diverso e innovativo, talmente nuovo da stridere con l’ambiente riservato circostante. Il suo progetto mira a  creare una mostra d’arte contemporanea a cielo aperto, affrescando i muri delle case e dei cascinali.
La comunità non accoglie positivamente l’idea, ma Corgnati riesce a strappare il consenso ai suoi compaesani per affrescare i primi muri. 
Così Maglione ospita i primi sedici pittori impegnati in altrettante opere. Per la realizzazione dei dipinti non è prevista alcuna ricompensa in denaro, ma solo la soddisfazione personale dell’artista nel poter fare Arte per passione, dimenticando, almeno per l’occasione, le rigide leggi del mercato. Tuttavia, non tutte le opere vengono apprezzate dai proprietari dei muri, qualcuno minaccia perfino di ritinteggiare la propria casa per rimuovere gli affreschi, spesso considerati troppo astratti e poco comprensibili. Corgnati, però è sempre riuscito a far cogliere l’aspetto estetico delle opere, evitandone il totale rifiuto. 
Ogni anno Maglione attira numerosi artisti e il mese di settembre, in particolare il periodo della festa patronale, diventa l’occasione per far ornare le case con opere sempre nuove e particolari. Inizia così, una vera e propria tradizione che presto dà vita ad una manifestazione intitolata Paese vecchio, pittura nuova. L’evento dura un giorno e, fin a quando Corgnati era in vita, si concludeva con una grande cena per tutti gli artisti, preparata dallo stesso regista per “ripagare i pittori e trascorrere qualche ora in buona compagnia”.
I primi anni l’evento non ha goduto di particolare risonanza mediatica, nonostante gravitassero intorno a Maglione nomi importanti del panorama artistico. È solo con la nascita dell’associazione culturale MACAM, nel 1985, che i giornali iniziano a nutrire interesse per la manifestazione.

Con l’accrescere delle opere esposte, cambiano anche le forme. Mentre inizialmente c’era una prevalenza di affreschi perché era la tecnica più resistente ai cambiamenti climatici, con il passare degli anni iniziano a fare capolino altre tecniche pittoriche e materiali nuovi. Compaiono tazzine da caffè, tende di seta, lamiere, cavalletti di macchine fotografiche, biciclette e molti altri oggetti curiosi, ma tutti coinvolti nel progetto di fare arte.
Maglione diventa una realtà sempre più conosciuta nel mondo dell’arte e pittori stranieri iniziano ad interessarsi al progetto, offrendo di lasciare una propria traccia sui muri del paese. Tra gli artisti spuntano nomi del calibro di Giò Pomodoro, Ugo Nespolo e Armando Testa. Ci sono poi giovani emergenti che hanno sfruttato la possibilità offerta da Corganti di esporre le loro opere in questa galleria d’arte del tutto innovativa. 
Purtroppo l’ideatore del progetto si spegne nel 1992 e si manifesta il rischio che anche il progetto possa cessare. Invece, contrariamente a quanto temuto, il movimento si fa più vivo, forte e incisivo. Gli artisti continuano a riunirsi nel piccolo borgo per mantenere vivo il ricordo e la volontà di Corgnati. Nuove firme, segni e opere per “rompere con la monotonia del paese e permettere di “tornare al difforme e al caos”.

Questo articolo ha ricevuto una menzione alla VI edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Cultura, Storia e Ambiente

Le immagini sono tratte dal sito dell’Associazione MACAM, www.macam.org

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