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Gianduia senza fissa dimora – di Eleonora Chiais

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Il Museo della Marionetta ha bisogno di una nuova sede

di Eleonora Chiais

Geppetto e Pinocchio cercano casa e, insieme a loro, risultano “senza fissa dimora” anche spogliarelliste, ballerini di flamenco, clown e molti altri.
Sono le marionette e i burattini della collezione Marionette Grilli che, composta di circa diecimila esemplari, vanta personaggi con date di nascita che spaziano dal 1700 fino ai giorni nostri e provengono da diversi Paesi, a cominciare  dall’Italia, naturalmente, ma anche India, Messico, Cina, Germania e Austria. Ogni paese si differenzia per qualche trucco produttivo e soprattutto per la scelta dei personaggi da riprodurre. Dall’Inghilterra arrivano Marylin Monroe, Frank Sinatra e un caricaturale principe Carlo, dal Ghana spuntano mamme con bambini e stregoni, dalla Turchia  soldati e guerrieri di ogni genere.
Ma cosa ha unito questa incredibile collezione? “La passione fanciullesca,spiega Augusto Grilli,  nata, come per magia, il 25 di dicembre di moltissimi anni fa”. Galeotti furono il teatrino e le sue marionette, dono inatteso di Gesù Bambino perché “all’epoca Babbo Natale non esisteva ancora”. Un’avventura che ha il sapore della favola. “Quando mi ritrovai davanti a quelle dodici marionette capii che era scattata una scintilla e che i personaggi mobili in legno e stoffa sarebbero stati la mia vita”.
La compagnia Marionette Grilli è stata fondata nel 1978 e la sua prima attività ufficiale è stata la collaborazione all’allestimento del Museo della Marionetta Lupi, dove è stata approntata una sezione dedicata alle marionette giocattolo. Subito dopo sono iniziati gli spettacoli per le scuole e per il pubblico composto da bambini e adulti. “Fin da quel giorno di Natale, ricorda il signor Augusto,  benché fossi molto piccolo avevo chiaro che non si trattava di un gioco ma di un lavoro. Dalla prima volta che ho preso in mano le marionette ho capito che quegli oggetti così finemente elaborati non avrebbero mai potuto considerarsi un semplice hobby ma avrebbero dovuto diventare un lavoro vero e proprio. Fin dai primi, timidi, tentativi di farli muovere volevo intrattenere chi mi stava attorno e, soprattutto, con le mie marionette desideravo regalare un sorriso e una speranza”.
Attore brillante e regista d’operetta, Augusto Grilli in realtà ha una formazione molto meno artistica e più tecnica. “Sono ingegnere meccanico, spiega, e per anni ho lavorato nell’azienda di famiglia perché, quando avevo prospettato ai miei genitori la possibilità di iscrivermi all’Accademia d’Arte Drammatica, loro mi avevano risposto sinceramente che quello non poteva considerarsi un vero lavoro. Quindi mi sono rimboccato le maniche e, accanto al mio impiego ufficiale, ho fatto tutta la gavetta artistica: prima sono stato comparsa in televisione e allo Stabile di Torino, poi figurante e poi ho continuato salendo sul palcoscenico gradino per gradino”.
La storia della compagnia Marionette Grilli rivela una passione per il teatro in musica, con la messa in scena di opere liriche, da Mozart a Rossini, accostate agli spettacoli dedicati ai più giovani come Le avventure di Pollicino e Il giro del mondo in 80 minuti.
Nel 1990, ventidue anni dopo la nascita, arrivò l’allestimento del Museo della Marionetta nella sede dell’Alfateatro dal quale però, nel 2008 e dopo due alluvioni, le marionette sono state costrette a ritirarsi per finire ordinate e schedate negli scatoloni. “Quello spazio, racconta Grilli, è tuttora la sede della nostra Compagnia ma, purtroppo, non è più possibile esporre la collezione visti i rischi a cui i pezzi andrebbero incontro nel caso in cui ci dovesse essere una nuova alluvione che potrebbe rovinarli definitivamente”.
Adesso le case delle marionette torinesi sono il web, dove è stato allestito un museo virtuale, e i palcoscenici privati dove le marionette sono chiamate, soprattutto in occasione di feste e ricorrenze, a reinterpretare i loro spettacoli. “Le nostre marionette e i nostri burattini girano l’Italia e il mondo: l’anno scorso abbiamo passato più di un mese a Dubai per uno spettacolo”. Come sa bene ogni amante del genere, in tutto il mondo il teatro di figura è praticato, con alterne fortune, fin dalla notte dei tempi, quando era strumento divinatorio per poi diventare gioco per bambini,  intrattenimento popolare e, dall’Ottocento, conquistare i salotti dell’aristocrazia e della borghesia e i teatri.
Proprio all’Ottocento che risalgono alcuni pezzi della collezione torinese di marionette in cerca di casa. “Per esempio i dodici pupi di Marentino, spiega Grilli, oppure alcuni esemplari delle Marionette Bonini, storica famiglia di marionettisti che costruiva pezzi per le maggiori compagnie italiane già nel 1834, tra le quali conserviamo dame riccamente vestite, mercanti, re, giullari e nobiluomini”. Scartabellando nella mostra in formato 2.0, però, anche tra le marionette più giovani non mancano alcune curiosità. Primi tra tutti i personaggi creati dalla famiglia Gambarutti: balene, buoi, capre e pecorelle presentate accanto a Babbo Natale e a un guerriero orientale; oppure la collezione Tonè, dove diavoli e donne giapponesi convivono con le maschere tradizionali, da Pierrot a Pulcinella, Colombina e Gianduja. “Ognuno di questi personaggi ha una storia e il nostro obiettivo, oggi come ieri, è quello di tutelarne la memoria valorizzando la collezione e facendola conoscere ad un numero sempre maggiore di spettatori”.
Da qui nasce il sogno di creare uno spazio che raccolga tutti i materiali, ma non sia un semplice museo bensì un luogo ricreativo e creativo per vivere direttamente l’esperienza del marionettista attraverso laboratori e attività formative.
Senza dimenticare gli spettacoli di ogni genere, dagli intrattenimenti in salsa sabauda ai copioni più classici delle favole agli spettacoli aulici. Tra le proposte troviamo Turin ch’a bogia, che attraverso una favola raccontata da Gianduja porta in scena i fatti più importanti della storia d’Italia; L’assedio di Torino del 1706, commedia per marionette, nato da un antico copione a stampa ritrovato quasi per caso; opere come Il barbiere di Siviglia, L’italiana in Algeri, Il flauto magico; e poi i copioni classici del genere dal varietà alle favole come Cenerentola. “Il perché di questo eclettismo,  conclude Augusto Grilli, è presto spiegato. Personalmente non credo importi qual è il genere della rappresentazione che si sceglie di animare, lo scopo per me è sempre quello di regalare un sorriso e accendere, negli sguardi dei miei spettatori, una scintilla come accadde per me in quella lontana mattina di Natale destinata a cambiare improvvisamente tutto il corso della mia vita successiva”.
Il museo virtuale, composto da circa 700 esemplari, è visitabile gratuitamente sul sito della Compagnia all’indirizzo www.marionettegrilli.com

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