Terapia ed educazione alla natura a Volpiano
di Viviana Vicario
Quella del giardino personale è una moda che non tramonta mai. Seguire il ciclo delle stagioni, potare le piante, curarle, bagnarle e aggiungere oggetti decorativi è una delizia per l’animo di chi possiede un giardino. È un angolo d’intima pace dove la natura ci avvolge, o meglio, secondo l’etimologia della parola “giardino”, ci “circonda”.
C’è il giardino all’italiana, elegante, equilibrato e ricco di elementi architettonici e decorativi; quello sfarzoso alla francese; quello all’inglese, più simile a un bosco selvaggio e incolto.
Il giardino sensoriale di Volpiano dona un elemento in più. Unisce le sensazioni che il giardino sa trasmettere a finalità sociali. Si tratta di un progetto inaugurato nel 2009 e nato dall’idea di Francesco Cena, che insieme al Rotary Club di Settimo Torinese di cui fa parte ha stanziato un contributo per la sua creazione e, ogni anno, per il suo mantenimento. Si tratta di un percorso nel verde, corredato di strutture e accorgimenti tecnici, piante, erbe, frutti e strumenti da suono.
Il Giardino dei Sensi ha una superficie di 1800 metri quadrati, quattro angoli e una piazzola centrale. La prima area è dedicata alla coltura di piante. Qui i ragazzi della cooperativa “Il Margine” di Volpiano entrano in contatto con la terra e con gli strumenti di coltivazione. “Quest’area rappresenta il gusto. I nostri ragazzi possono piantare i semi e vederli crescere, curarli e seguirli. C’è anche uno spazio in cui chi ha la carrozzina può appoggiarsi e lavorare la terra da seduto, grazie a un muro rialzato contenente la terra da coltivare”, spiega Fabio Fraccalvieri, educatore del gruppo.
La seconda area, molto simile alla prima, è riservata all’olfatto. Vi si accede tramite un passaggio ad arco ricco di fiori, dove si è circondati dai profumi. In un’aiuola, sull’angolo alla fine dell’arco, crescono essenze molto belle e profumate: “Ci sono diversi tipi di erbe aromatiche, tra cui la lavanda, il rosmarino, la menta, e molte altre ancora. Si tratta di essenze rilassanti che aiutano la distensione dei muscoli del corpo, favoriscono la concentrazione e il benessere. Fermandosi ad annusarle, i ragazzi scoprono i profumi”.
La vista si colloca esattamente al centro del giardino, dove i ragazzi si siedono e ammirano i quattro lati da una prospettiva più ampia. Essendo abituati a guardare apparecchi elettronici dai colori sgargianti e irreali come computer, cellulari, lo sguardo di chi entra nel giardino è necessariamente aiutato dagli altri sensi. Le percezioni si distinguono l’una dall’altra, ma al tempo stesso si fondono, si acuiscono. “L’effetto benefico è immediato, tanto che potremmo quasi definirlo come una Giardinoterapia. Ci siamo accorti che all’interno del giardino tutti i ragazzi si calmano. Dal più tranquillo al più irrequieto, qui trovano pace. È anche per questo motivo che spesso organizziamo attività a sfondo ludico-artistico che permettano loro di viverlo appieno. Lo scorso maggio, per esempio, abbiamo invitato le scuole elementari dei quattro comuni che hanno collaborato per la realizzazione del progetto. Qui hanno potuto avvicinarsi ai ragazzi disabili, svolgendo con loro attività di pittura e ceramica. È stato un modo per far conoscere ilprogetto, ma anche favorire l’integrazione dei nostri ragazzi”, conclude l’educatore.
Sono diverse le attività organizzate dal centro. Visitando l’edificio gestito dalla cooperativa si respira serenità, educazione all’arte e all’espressione personale. Ogni stanza è dedicata a un’attività diversa. C’è quella della ceramica, con oggetti colorati e sparsi su un vissuto tavolo da lavoro; quella della pittura, con cornici e cartelli appesi, foglie secche dipinte e disegni; quella del cineforum, un po’ meno vissuta nell’aspetto ma non meno utile delle altre. Le opere colorano le stanze della personalità di ciascun ragazzo e al tempo stesso dell’intero gruppo, così eterogeneo ma unito da un unico fine.