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Avventura negli archivi: un frammento di vita riemerge dal passato – di Laura Dellapiana

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Avventura negli archivi
Un frammento di vita riemerge dal passato

di Laura Dellapiana

Chi tra voi è appassionato di collezionismo ben comprenderà come l’amore che ci lega agli oggetti raccolti porti a desiderare di carpirne tutti i segreti. Se si parla di libri antichi, poi, le occasioni di approfondimento si moltiplicano: le pagine e, soprattutto, le quarte di copertina dei preziosi volumi contengono spesso una serie di informazioni che sono occasione di approfondimento della vita e delle storie di chi quei libri li usò e li strinse tra le mani, per una sola occasione o per molti anni.
La passione per il restauro dei libri antichi mi ha portato qualche tempo fa ad approfondire la storia del proprietario di un vecchio, malandatissimo libro di preghiere comprato in un mercatino, unOfficio della Beatissima Vergine Mariadel 1750 proveniente da Cherasco. Il mercante mi seppe dare una sola informazione a riguardo: l’ultimo, vecchio proprietario del libro amava frequentare il santuario della Madonna del Popolo di Cherasco.
Mentre restauravo il volume fui attirata da una nota di possesso scritta in bella grafia sul contropiatto anteriore: Carolus Cottalorda Nicolas, Carlo Cottalorda Nicola. Un nome davvero particolare, una persona che molto probabilmente fu il secondo proprietario, in quanto sul contropiatto anteriore del libro – ancor oggi amorosamente conservato nella mia libreria – è presente un altro nome cancellato e purtroppo illeggibile.
L’esposizione della scritta alla luce UV della Lampada di Wood mi permise di intuire che il nome del precedente proprietario fosse “Cordero”. Ma la scritta non è chiara in quanto potrebbe esserci un’ulteriore indicazione cancellata la cui prima lettera è una ’F’ non decifrabile.
La scritta Carolus Cottalorda Nicolas fu comunque la miccia che accese la mia fantasia e mi fece iniziare un’intrigante avventura tra gli archivi per saperne di più.
Il secondo nome, “Nicolas”, mi aveva colpita in particolare e, dato il legame con il santuario di Cherasco, approfondii la storia del santuario stesso. Scoprii che il santuario fu retto per alcuni secoli da una comunità di monaci agostiniani, molto devoti anche a San Nicola.
La Diocesi di Alba, di cui Cherasco fa parte, ha l’elenco dei parroci del santuario a partire dalla fondazione: tra il 1679 ed il 1768, curiosa coincidenza, molti dei parroci agostiniani aggiunsero al loro nome di battesimo quello di Nicola, probabilmente in onore di San Nicola da Tolentino, un monaco agostiniano canonizzato nel 1446, devoto alla Madonna. Un altare a lui dedicato si trovava all’interno del santuario, nel punto ora occupato dalla cappella della Madonna del Rosario.
Tra il 1679 e il 1789, i parroci del santuario furono:
1679: frà Giuseppe Nicola Tinella da Saluzzo
1680: frà Antonio fràncesco Benedetto da Ripa
1683: frà Barnaba Cassino da Cherasco
1684: frà Marco Aurelio Moglia
1687: frà Agostino Tacchetta
1690: frà Barnaba Cassino da Cherasco
1706: frà Angelo Nicola Bava di Cherasco
1721: frà Serafino Nicola Cappa
1722: frà Giuseppe Nicola Genenva
1727: frà Innocenzo Gabriele Morra
1728: frà Michele Ignazio Boeri
1737: frà Antonio Nicola Cullati
1746: frà fràncesco Nicola De Caroli da Cherasco
1768: frà Luigi Nicola Lingua
Questa era forse una prassi adottata dai membri della comunità monastica?
Il nome “Nicolas”, presente sulla nota di possesso che stavo studiando, poteva indicare dunque che Carlo Cottalorda fu un monaco agostiniano del santuario. Ma certamente non visse a metà del XVIII secolo: la prima nota di possesso cancellata, infatti, lasciava ipotizzare che Carlo Cottalorda fosse entrato in possesso del libro dopo il 1750, in quanto secondo proprietario del libro.
Per approfondire la conoscenza di questo nome mi rivolsi allora all’archivio storico G.B. Adriani di Cherasco per consultare, con l’aiuto prezioso del prof. Francesco Bonifacio, i registri dei monaci agostiniani del santuario. Alcuni registri, purtroppo, sono andati perduti con gli anni.
Nell’archivio storico del Comune di Cherasco è stato possibile consultare solo i registri dei Disciplinati Bianchi di Sant’Agostino degli anni 1584-1637 e 1658-1716, in cui ovviamente non c’è traccia di Carlo Cottalorda.
Il prezioso studio di Gino Bernocco Storia della città e guida degli archivi di Cherasco e dintorni (1939), però, testimoniava la presenza di persone che portavano il nome Cottalorda a Cherasco: infatti a pagina 50, nel catalogo relativo all’Archivio Adriani, il libro menziona “Carte e stampe Cottalorda”: si tratta di documenti appartenuti al notaio Michel Angelo Cottalorda, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.
Avevo già raccolto molte intuizioni e corrette suggestioni, ma la mia curiosità non era soddisfatta.
Decisi allora di consultare i registri dei defunti del santuario della Madonna del Popolo, conservati oggi nella parrocchia di S. Pietro a Cherasco, dall’anno 1700 all’anno 1870, ma senza successo. Considerato però che in tali registri non trovai alcun nome di monaci defunti, supposi che gli agostiniani tenessero un registro a parte per i loro confratelli trapassati, oggi perduto.
In questi registri trovai comunque molti Cottalorda – cognome storicamente legato alla zona di Breil-sur-Roya, tra Italia e Francia – a partire dagli anni Ottanta del XVIII secolo.
Indicazioni preziose giunsero dal Prof. Bruno Taricco, il quale mi parlò di un documento del 1768 conservato presso l’archivio Adriani di Cherasco e riguardante il sacerdote Carlo Giuseppe Cottalorda.
Decisi di consultare anche questo documento: si trattava di una quietanza del sacerdote Carlo Giuseppe Cottalorda a favore dell’Ospedale degli Infermi gestito dai monaci agostiniani nella città di Cherasco (Archivio Storico G.B. Adriani di Cherasco, faldone 18.03.58).
In questo documento si nomina il “Reverendo Padre Don Carlo Giuseppe Cottalorda del fu Giovanni Battista di questa città” (cioè Cherasco). Il documento fu redatto a Cherasco il 20 aprile 1768, ed è ragionevole supporre che Carlo Cottalorda fosse residente in quella città.
Questa quietanza prova che nella seconda metà del XVIII secolo un certo Carlo Cottalorda fosse presente nella città di Cherasco, luogo da cui probabilmente proviene il volume da me restaurato: si tratta dell’unica persona con questo nome trovata finora tra i documenti che si sono potuti consultare.
Il Cottalorda in questione, inoltre, risulta essere un sacerdote, o forse un sacerdote membro di una comunità religiosa: in ogni caso, una persona colta ed istruita. Il secondo nome, Giuseppe, potrebbe essere stato omesso, durante la stesura della nota di possesso, a favore del nome Nicolas, che lo legava maggiormente alla comunità di appartenenza.
La quietanza riportava la firma del sacerdote Carlo Cottalorda. Ovviamente, la confrontai con la nota di possesso sull’Officio: le analogie erano evidenti. Dopo molte ricerche avevo trovato il mio proprietario misterioso!

Questo articolo ha ricevuto il terzo premio alla XI edizione del Premio Piemonte Mese, sezione Cultura

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