I musei diocesani di Torino e Susa
di Bruno Scibilia
Insieme alla Toscana e al Triveneto, il Piemonte si conferma come la regione ecclesiastica più ricca di musei religiosi, contando oggi oltre cento unità, tra musei ecclesiastici e non, dei quali circa la metà sono musei di arte sacra. Tra questi i Musei diocesani di Susa e di Torino sono casi emblematici di un
Il museo diocesano di Torino è stato inaugurato nel 2008 ed è il principale museo ecclesiastico della città; tra quelli censiti e schedati dall’Associazione dei musei ecclesiastici italiani, nel capoluogo piemontese risultano attive tre grandi istituzioni museali di arte sacra: il Museo della Sindone di Via San Domenico, il Museo della devozione mariana in Via Maria Ausiliatrice e, appunto, il Museo Diocesano di Piazza San Giovanni. Per l’allestimento di quest’ultimo i museografi hanno voluto rispettare le testimonianze architettoniche preesistenti, contenendo al massimo gli interventi di adeguamento degli ambienti e salvaguardando il più possibile la valenza storica di un luogo che si qualifica come museo di
Il Museo diocesano di Torino rientra anche tra quelle poche realtà che vanno oltre le ordinarie attività di apertura di un museo; negli anni infatti, sono stati organizzati presso i suoi spazi o nella cattedrale di San Giovanni Battista eventi culturali e musicali che combinano l’utile col dilettevole, come il concerto per organo del 25 settembre 2015 abbinato alla mostra retrospettiva su Umberto Mastroianni, l’esposizione del Compianto su Cristo morto di Beato Angelico, che fu in mostra al museo in occasione dell’ultima ostensione della Sindone o le mostre e le conferenze organizzate lo scorso anno sulla pittura di Defendente Ferrari e del vercellese Gerolamo Giovenone, grandi rappresentanti del Rinascimento piemontese, molte delle cui opere sono state recentemente raccolte dai vicini Musei Reali di Torino per la realizzazione di una nuova sezione museale della Galleria Sabauda, la quale propone un inedito allestimento interamente dedicato agli artisti attivi in Piemonte durante il periodo rinascimentale con circa cinquanta opere appartenenti alle scuole piemontesi, databili tra la tra fine del Trecento e la metà del Cinquecento. In ultimo, non si può non fare riferimento all’esposizione temporanea che è stata inaugurata il 27 settembre di quest’anno, in occasione della riapertura della cappella del Guarini, dedicata al Santo Sudario e allestita nello scavo archeologico sotto il sagrato del Duomo, in cui tra i vari oggetti di grande pregio è possibile vedere anche una rara copia della Sindone di dimensioni uguali all’originale, che fu realizzata nel 1634 ed esposta in due occasioni a contatto con la vera Sindone –acquisendo così il valore di reliquia– nel 1931 e nel 1978.
I due musei piemontesi, così impegnati nei loro progetti di valorizzazione, sono anche molto attivi nelle richieste di aiuti, di competenze ed energie: coinvolgere persone, raccogliere fondi, promuovere forme di pubblicità “passaparola”, possono essere strumenti molto utili per crescere, nell’obiettivo di educare le comunità cittadine all’importanza delle opere d’arte sacra, della loro conservazione e del loro valore evangelizzante. Susa e Torino sono la prova del fatto che per l’ennesima volta un museo veramente attivo è un museo che va alla gente e non che aspetta la gente!
Questo articolo ha vinto la XII edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Cultura