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La granda alchemica. Carlo Emanuele I e la tradizione ermetica subalpina da Pinot Gallizio ad artieri viventi

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LA GRANDA ALCHEMICA
Carlo Emanuele I Duca di Savoia e la tradizione ermetica subalpina da Pinot Gallizio ad artieri viventi
30 giugno 2019 – 6 gennaio 2020
Savigliano, Palazzo Taffini d’Acceglio e Palazzo Muratori Cravetta

Ars Regia è un progetto biennale promosso dall’associazione Le Terre dei Savoia a Savigliano e curato da Enzo Biffi Gentili per valorizzare alcune eccellenze del territorio.
Tema portante di un’attenta ricognizione del curatore è l’Alchimia, connessa a doppio filo al saviglianese soprattutto sotto l’aspetto della spagirica (termine coniato da Paracelso per definire un’alchimia terapeutica, praticata sino a oggi in stretta interferenza con l’erboristeria). Lo provano le presenze in città di eccellenze quali il MÚSES Accademia Europea delle Essenze; il prossimo insediamento di ESSICA, realizzazione di un progetto europeo di innovazione di processo nella filiera delle erbe aromatiche essiccate; il Museo Civico con la sua Antica Farmacia Ospedaliera; l’Università di Torino con il suo corso di Laurea in Tecniche erboristiche; una manifestazione fieristica popolare come “QuintEssenza”.
La scelta di un tema alchemico è particolarmente coerente con la storia della dinastia sabauda. Le relazioni, a volte pericolose, tra alchimisti ed esponenti di Casa Savoia sono state molteplici, dal Trecento agli inizi del Settecento. Qui basti rammentare la figura, nel progetto centrale, di Carlo Emanuele I, la cui morte a Savigliano nel Palazzo Muratori Cravetta fu profetizzata da Nostradamus, almeno secondo lo storiografo Valeriano Castiglione, nel ‘600 dimorante nel monastero cassinense di Savigliano. Carlo Emanuele I intrattenne rapporti, documentati, con inquietanti studiosi e praticanti di alchimia come Giacomo Antonio Gromo, Angelo Ingegneri, Cesare Della Riviera. Nelle sue collezioni si rinvengono notevoli tracce di questa sua discussa passione.
La rivalutazione storica di una grande tradizione ermetica piemontesedeve tuttavia essere integrata da rappresentazioni della sua resistenza e vitalità in epoca moderna, sino a documentarne espressioni artistiche più attuali. Ad esempio nel ‘900 appaiono cruciali la figura e l’opera di Pinot Gallizio, artista “locale” celeberrimo a livello internazionale. Molto sovente la critica ha usato, scrivendo di lui e del suo laboratorio, i termini “alchimista” e “alchimia”, ma senza dubbio è necessario un maggior approfondimento. Altri artisti attivi in Piemonte hanno proseguito sino a oggi, isolatamente, questo genere di ricerche, ma non sono mai stati riuniti in una mostra tematica come questa. Alcune rare collezioni subalpine
conservano artefatti ispirati all’Ars Regia, anche di autori europei.
Anche nel patrimonio architettonico, artistico, bibliografico della Provincia Granda esistono beni emblematici, di rilievo internazionale, di una sapienza ermetico-alchemica. Per la pittura, le ornamentazioni a grottesche: da quelle misteriche nel castello di Lagnasco, opera di Pietro Dolce, esponente della scuola pittorica saviglianese, a quelle del castello della Manta, accanto all’affresco che rappresenta una Fonte della giovinezza. Per l’architettura, la stupefacente e poco nota Chiesa di San Lorenzo a Saliceto, dove l’apparato scultoreo-decorativo lapideo della facciata è gremito di simboli alchemici.
Va ricordato che l’aspetto “magico” ed esoterico, di cui evidentemente fa parte la tradizione alchemica, è divenuto punto focale nella percezione corrente dell’identità piemontese pure a livello sovranazionale.
A Palazzo Cravetta, nel loggiato esterno prospiciente il magnifico giardino all’italiana, sfileranno duchi, madame reali, principesse e personaggi di corte che caratterizzarono l’ epica secolare del monumentale edificio, creando grande suggestione scenografica. Si tratta anche di una reinterpretazione dell’esemplare unicità della facciata, adornata da archi di trionfo, busti marmorei e affreschi sabaudi, tra tardo rinascimento e barocco.
In Italia una mostra d’arte rilevante sul tema dell’Ars Regiarisale ormai a più di trent’anni anni fa. Intitolata Arte e Alchimia, venne curata, nell’ambito della Biennale di Venezia del 1986, da Arturo Schwarz. In Europa sono più recenti esposizioni di questo tipo: nel 2010 in Francia fu allestita Les élixirs de Panacée. Quand les artistes contemporains révèlent les secrets de l’alchimie, Palais Bénédictine de Fécamp; nel 2014 in Germania Art and Alchemy: The Mystery of Transformation, al Museum Kunstpalast di Düsseldorf); sempre in Germania nel 2017Alchemy: The Great Art, al Kulturforum di Berlino.
L’evento nasce nell’ambito del progetto I Duchi delle Alpi/Les Ducs des Alpes, parte del programma europeo di cooperazione transfrontaliera tra Francia e Italia Interreg ALCOTRA (2014 – 2020), finanziato dal Fondo Europeo di sviluppo regionale.
La mostra si articola in otto sezioni
1Carlo Emanuele I di Savoia. L’arte regale e la morteNella sala dove Carlo Emanuele I morì una installazione scenografic ne rianima l’ultima storica, luttuosa, destinazione, esaltata attraverso interventi multimediali e l’evocazione di fantasmi digitali. Esposti anche opere d’arte dedicate agli ultimi istanti del duca e documenti alchemici originali del XVI, XVII, XVIII secolo e oltre.
2. Giuseppe Gallizio. Pittore e spagirico. Una lettura – non sopra-interpretativa – del tema alchemico nel lavoro di Pinot Gallizio. Sono esposti alcuni suoi quadri dai titoli dichiaratamente alchemici degli anni ’50 e ‘60, sino alla serie terminale dei Neri.
3San Lorenzo e l’Ars Regis. Il fotografo di architettura e docente al Politecnico di Torino Daniele Regis, già autore di una straordinaria lettura dei monumenti neogotici del Cuneese celebrata da Andrew Graham-Dixon sta compiendo una missione di rilievo espressivo di monumenti misterici cinquecenteschi locali, sinora scarsamente rappresentati.
4Un Oratorio laboratorio. Una selezione di opere d’arte, perlopiù inedite, conservate presso il Seminario Superiore di Arti Applicate/MIAAO della Congregazione dell’Oratorio di Torino nel complesso monumentale di San Filippo Neri, dedicati all’alchimia e alla sua iconografia. Tra i loro autori internazionali Paolo Baratella, Pierre Clayette, Sergio Fergola, Joe Tilson, Jorrit Tornquist, Jean Triffez e così via: una prova clamorosa di quella “riconciliazione” tra chiesa cattolica e Ars Regia nella quale si sono recentemente distinti, ma sul piano storico-teorico, anche i francescani di Assisi.

Plinio Martelli, Il drago ermetico, 2009, digigrafia con intervento in foglia oro, 50×50 cm.

5Ricerche dell’oro nell’arte ceramica. Esibizione di ceramiche provenienti da collezioni private piemontesi, decorate a lustro metallico, antica tecnica di “ricerca dell’oro” in quest’arte, considerata un secretoun po’svelato nel ‘500 da Cipriano Piccolpasso, foggiati da illustri manifatture del ‘900 italiane, francesi, inglesi, spagnole…
6. Artieri ermetici pedemontani. Raccolta di quadri, artwork, fotografie di sei autori contemporanei di diverse generazioni, scomparsi e viventi, attivi nella regione, già creatori in passato di artefatti dichiaratamente suggestionati dall’Ars Regia: i grafici e illustratori Piero Crida ed Elisa Seitzinger, l’eccentrico “olandese volante” Guy Harloff che morì in Piemonte, gli artisti Plinio Martelli e Silvio Rosso, e Fabio Petani, street artist.
7Alchimia di massa. Al piano terra di Palazzo Taffini, nei locali destinati al nuovo bookshop del MÚSES, sono raccolti artwork, comics e manga, video e videogames dal soggetto alchemico, per coinvolgere anche nuove generazioni e nativi digitali.
8L’aroma del Sacro. Un’installazione “alchi-mistica”, composta da ventiquattro olfattori in vetro dai quali i visitatori potranno inalare profumi basati su essenze adottate in cerimonie religiose o create a supporto di esperienze spirituali di varia natura.
Múses, Palazzo Taffini d’Acceglio Via Sant’Andrea 53 Savigliano
OrariMercoledì – domenica ore10-13, 1418. (ultima visita un’ora prima della chiusura)
Visita guidata 10 euro

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