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Nina devi tornare al Viso. Presentazione del libro su Alessandra Re Boarelli – sabato 14 dicembre a Condove

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NINA DEVI TORNARE AL VISO
Presentazione del libro su Alessandra Re Boarelli
Sabato 14 dicembre ore 18
Condove, Biblioteca Margherita Hack

Primo appuntamento della stagione con “Valsusa FuoriFestival – Effetto Montagna”, rassegna di avvicinamento alla XXIV

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edizione del Valsusa Filmfest sul tema della Montagna, con l’autrice Linda Cottino, Emanuela Sarti e la storia di una donna esemplare raccontata dal libro Nina devi tornare al Viso.
Linda Cottino, presidente dell’associazione Valsusa Filmfest, giornalista professionista, appassionata di scialpinismo e trail running, dopo aver diretto a lungo la rivista Alp continua a occuparsi di sport e cultura della montagna con un particolare interesse per la storia dell’alpinismo femminile. Emanuela Sarti, già sindaco di Condove, è giornalista pubblicista e ha lavorato per molti anni al periodico Luna Nuova, per occuparsi poi di ufficio stampa in campo turistico.
Il libro racconta la storia esemplare, attuale e irrinunciabile di Alessandra Re Boarelli, la prima donna a raggiungere la cima del Monviso nel 1864.
Alessandra Re nasce nel 1838 a Torino da una famiglia dell’antica nobiltà astigiana, con un ramo materno che annovera avvocati e notai. Nina – così è chiamata da tutti – può godere sin dall’infanzia dei privilegi della sua condizione: ha per sé una femme de chambre, studia italiano e aritmetica, pianoforte e danza. S’innamora della musica di Verdi. Legge Lamartine e Walter Scott. La sua giovinezza è funestata dalla morte prematura di entrambi i genitori. Ma presto il matrimonio con Emilio Boarelli di Verzuolo le restituisce serenità e una vita sociale appagante.
Seguendola, ci immergiamo nella sobria quotidianità ottocentesca. La febbre che sale attorno alla prima ascensione italiana del Monviso contagia anche la giovane Boarelli. Dopo l’intitolazione a lei di un bivacco, l’impresa di Alessandra è stata celebrata nel 2014 da un ciclo di eventi. Quel che rimaneva da fare era togliere la sua figura dal cono d’ombra di Quintino Sella.

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