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La “piattaforma nomade”: Biloura, arti performative e contaminazioni culturali

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La piattaforma nomade

Biloura è un collettivo di arti performative, interculturale e transdisciplinare, composto da artisti di diverse provenienze professionali.
Il collettivo, che si auto-definisce “piattaforma nomade” per la natura internazionale dei suoi progetti, ha la sua prima casa in Valchiusella, vicino a Ivrea. Qui, nasce nel 2013 da un’idea di Silvia Ribero, ricercatrice, pedagoga, artista e performer sempre in movimento tra generi e discipline.
Dalla sua nascita per circa quattro anni il collettivo ha incanalato tutte le energie nella creazione di una formazione dell’attore alternativa a quella classica, in grado di preparare da subito dei performer a tutto tondo. La ricerca si è poi concentrata anche su nuove tecniche di creazione, regia e drammaturgia.
Per quanto riguarda i temi, BILOURA rispecchia in tutto la natura poliedrica della sua fondatrice Silvia Ribero occupandosi di argomenti di rilevanza e inclusione sociale. Sia attraverso i propri spettacoli sia attraverso attività artistiche portate in situazioni “di frontiera”, cioè al limite dell’emarginazione sociale, come ad esempio campi profughi o progetti di sostegno a donne vittime di tratta della prostituzione.
Ha creato progetti culturali di medio termine i cui temi vengono affrontati da diverse prospettive disciplinari, mescolando le arti performative ad altre discipline (ad esempio le scienze, la culinaria, le arti visive); spettacoli di creazione e regia collettiva, che mirano all’innovazione delle tecniche drammaturgiche e dei linguaggi scenici in direzione interculturale, facilitando la fruizione delle arti performative oltre le barriere linguistiche e macro-culturali; scambi artistici internazionali regolari, con artiste/i e intellettuali ospiti nella casa-base del collettivo in Valchiusella; tecniche di formazione del performer; una propria drammaturgia; percorsi di formazione sulle tematiche di genere, che utilizzano tecniche teatrali come strumento didattico.
Recentemente Biloura ha vinto una residenza artistica con borsa di produzione presso l’Asian Cultural Center di Gwanju con la performance Silent Voices (Corea del Sud, 2020); selezionato per tutoraggio Hangar Point di Assessorato alla Cultura e al Turismo Regione Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo (Italia, 2019); vincitore residenza artistica con borsa di produzione presso lo spazio di danza contemporanea Im_Flieger di Vienna con lo spettacolo Flesh (Austria, 2019); vincitore del premio Special Mention Award for a Performance by International Artist al Bangkok Theatre Festival con lo spettacolo Amarsiamorsi (Thailandia, 2018); ente organizzatore residenza artistica internazionale Clastic con il sostegno dell’University College London (UK, 2018); invitato a Parigi – campo profughi Porte de la Chapelle – da Good Chance Theatre Company (UK) con il progetto ODI (Francia, 2017).
Il collettivo piemontese è l’unica presenza europea nella rosa dei vincitori (insieme ad altri due gruppi coreani, uno cinese e uno iraniano) della call dell’Asian Culture Center nella città di Gwangju (Corea del Sud). Il periodo della residenza artistica è di tre mesi, da agosto a ottobre 2020, anche se la pandemia potrebbe far variare il calendario. Silvia Ribero, Angie Rottensteiner e Chiara Bosco voleranno in Corea presentando alla termine della residenza la performance Silent Voices.
La produzione si inserisce all’interno del progetto 5 Voices for 1 con cui nel 2017-18 Biloura, dopo aver condotto laboratori creativi con donne vittime di tratta a Vienna, ha affrontato da diverse prospettive e utilizzando diverse discipline il fenomeno globale dell’industria del sesso.
Il palcoscenico diventa luogo di riflessione per almeno due punti di vista: quello intimo di chi vive la prostituzione e quello globale del commercio di corpi delle donne.
Le testimonianze raccolte hanno già dato vita a Echos, installazione sonora volta alla diffusione nei luoghi pubblici delle voci delle donne, e Flesh, performance che mescola la presenza della performer e il suono. Silent Voices è  una performance interculturale che si creerà a partire dall’incontro con Ong che si occupano della tutela delle prostitute in Sud Corea e con gli artisti locali che saranno parte del processo creativo e della performance.
Info: www.biloura.com

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