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2011 Anno della Chimica – di Gabriella Bernardi

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Il 2011 è l’anno che l’Onu ha deciso di dedicare a questa scienza, nel centenario del Nobel a Marie Curie

di Gabriella Bernardi

Dopo l’Anno Internazionale della Fisica, dell’Astronomia, delle Biodiversità è arrivato, ed è in pieno svolgimento, anche quello della Chimica. L’Onu ha voluto che cadesse nel 2011, che è il centenario del secondo premio Nobel ottenuto cento anni fa da Marie Sklodowska, meglio nota con il cognome del collega e marito, Curie. Molte iniziative in tutto il mondo si stanno svolgendo per ricordare le conquiste della chimica e il contributo di questa scienza al benessere dell’umanità, nonché l’attenzione all’importanza della chimica nella preservazione delle risorse naturali. 
anno-chimica-3 In Italia ed in particolare in Piemonte si possono consultare le iniziative  proposte, collegandosi direttamente al sito www.annodellachimica.unito.it, dove si trova notizia di vari concorsi per le scuole riassunti dal tutolo “Tutti pazzi per la chimica”, o cicli di conferenze divulgative tra le quali è interessante segnalare un convegno sui grandi chimici piemontesi e il loro rapporto con il Risorgimento. Oltre a questo c’è anche la pubblicazione del giornale nato per l’occasione, che porta l’azzeccatissimo titolo “L’Alambicco” e si può anche scaricare gratuitamente dal sito www.alambicco.unito.it.Offre notizie storiche o di attualità che riguardano il panorama della chimica, da quella piemontese a quella internazionale. L’inaugurazione si è tenuta il 9 marzo 2011 a Torino, nell’Aula Magna dell’Istituto di Chimica di Via Pietro Giuria 7, e in quella occasione è stata ricordata anche la figura del chimico piemontese Ascanio Sobrero. 
E se vi capita dipasseggiare sotto i portici di Via Po, sul lato destro avendo alle spalle Piazza Castello, osservando bene scoprirete una targa che ricorda la sua scoperta. Una scoperta che ebbe risvolti inaspettati quanto importanti. Nel 1847 il chimico piemontese, dopo essere riuscito a sintetizzare un potentissimo esplosivo – nientemeno che la nitroglicerina – notò che gli operai addetti alla fabbricazione della nuova sostanza erano affetti da arrossamenti alle mani e al collo e presentavano un’accelerazione del battito cardiaco, che in alcuni casi provocava svenimenti e collassi; e anche a lui manipolare la nitroglicerina causava ricorrenti mal di testa. Fortuna volle che Sobrero fosse anche esperto in medicina e si accorgesse delle proprietà vasodilatatrici del nuovo esplosivo. Così, Sobrero lo introdusse in campo medico, dove ancora oggi, con le opportune modifiche ed evoluzione, è utilizzata nella cura dell’Angina pectoris. Un tipico caso di serendipity, ovvero la componente di casualità che può portare a fare scoperte anche importanti mentre si sta cercando o studiando tutt’altro. La scienza, e non solo lei, è ricchissima di esempi del genere.
Tuttavia, Sobrero non è fra gli scienziati più conosciuti, nemmeno a livello locale, e così per ricordare questa figura è stata commissionata un’opera teatrale e, sempre durante la cerimonia d marzo, è stato presentato il film-documentario L’industria degli esplosivi, realizzato dalla Montecatini nel 1924, restaurato nel 2000 dalla Cineteca Nazionale ed ora conservato presso l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea. Le riprese riguardavano il Dinamitificio Nobel di Avigliana. Nell’aprile del 1872, in seguito alla promulgazione della legge che aboliva il monopolio di stato sulla fabbricazione degli esplosivi, la “Società Anonima Dinamite Nobel di Amburgo” decise di fondare qui una società affiliata al gruppo. Per la precisione fu realizzata per iniziativa di un gruppo di cinque banchieri parigini e della Società Alfred Nobel di Amburgo, che con ogni probabilità aveva scelto Avigliana per l’importante collocazione sull’asse di comunicazione con il nord Europa, per la prossimità alla rete ferroviaria, ma anche e soprattutto per via dell’alternarsi sul territorio di zone pianeggianti e di formazioni collinari che avrebbero consentito una protezione dell’abitato dagli effetti delle deflagrazioni che potevano essere causate da questa pericolosissima attività. Il complesso, he ha ospitato per oltre novant’anni, dal 1872 al 1965, la fabbrica di esplosivi più importante d’Europa, dal 2002 è un museo e rappresenta uno degli esempi più interessanti di architettura industriale d’inizio secolo. Certo, il luogo era ottimale in termini di sicurezza e di funzionalità per la produzione,  ma le condizioni di lavoro erano estremamente dure, difficili e la sicurezza scarsissima. Nel filmato, infatti, si vedono gli operai lavorare sempre a mani nude, senza mascherine e con i propri abiti anche quando si tratta di versare acidi. A fine lavorazione a prodotto ottenuto erano curiose le immagini delle prove della resa esplosiva (che oggi chiameremmo di controllo qualità) effettuate con l’utilizzo di un cannone: si svolgevano in apposite trincee e sullo sfondo sembra vigilare la Sacra di San Michele ed una valle ancora agricola e scarsamente urbanizzata. 

 

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