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Ground Control to Major Tom… un chilometro (quadrato) di Spazio a Torino – di Emanuele Franzoso e Francesco Garello

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Un chilometro (quadrato) di Spazio
La vocazione aerospaziale di Torino e il suo centro nevralgico

di Emanuele Franzoso e Francesco Garello

Il lancio del razzo Falcon Heavy ha segnato l’inizio del 2018 orientato allo spazio. A bordo del potente mezzo di SpaceX c’era un’auto elettrica, la Tesla Roadster con tanto di omaggio al “Duca Bianco” David Bowie. Ora immaginate se una Cinquecento prendesse il volo verso Marte sulle note della canzone Non Identificato o della più nota Il cielo su Torino dei torinesi Subsonica. Fantascienza? Forse, ma come dimostrato dal visionario fondatore di Tesla, nessun risultato è irraggiungibile con i giusti mezzi. E il capoluogo torinese possiede tutti gli elementi per diventare protagonista della prossima avventura spaziale.

Ground control to Major Tom…
La stanza è ampia, illuminata dai neon. Lo spazio è occupato da quattro file di scrivanie ciascuna con numerosi computer. Sulla parete più lunga, in fondo, un enorme schermo mostra l’astronauta Peggy Whitson all’opera sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Nella sala cinque uomini con cuffia e microfono controllano in tempo reale i dati che arrivano dalla Iss e seguono passo a passo l’astronauta nella manutenzione del modulo.
Non ci troviamo a Houston o a Cape Canaveral, ma nella periferia di Torino dove la città sfuma nel comune di Collegno. Ed è qui, in corso Marche, che sorge l’edificio grigio con le enormi porte vetrate di Altec, eccellenza italiana per la fornitura di servizi ingegneristici e logistici e per il supporto alle missioni di esplorazione planetaria. Poco più di un chilometro di strada occupato dal comprensorio che ospita, oltre ad Altec, anche gli impianti di Thales Alenia Space Italia e Leonardo-Finmeccanica.
È questa la cittadella dello spazio piemontese. Qui, negli oltre cinquantamila metri quadrati dell’impianto di Thales Alenia si sono costruiti il cinquanta per cento dei moduli abitabili della Stazione Spaziale Internazionale, un vero e proprio laboratorio scientifico in orbita dal 1998. Si tratta di un esperimento in tutti i sensi al quale collaborano cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense Nasa, la russa Rka, l’europea Esa, la giapponese Jaxa e la canadese Csa-Asc.
Delle dimensioni di un campo da calcio e del peso di oltre quattrocentotonnellate, la stazione spaziale è stata costruita direttamente in orbita vent’anni fa. Dal 2000 la piattaforma è ininterrottamente abitata da astronauti di diversiPaesi che si alternano per periodi che vanno da 44 giorni fino a oltre 7 mesi durante i quali conducono particolari esperimenti scientifici che richiedono condizioni ambientali, quali la microgravità, che si trovano solo sulla stazione.
Da Torino non sono partiti soltanto i moduli pressurizzati, abitabili, della Iss. Sempre in questo chilometro quadrato che rappresenta la Houston italiana, infatti, hanno preso forma anche i moduli Automated Transfer Vehicle, veicoli spaziali che hanno il compito di fornire alla Iss supporto logistico, trasportando dalla Terra tutti i rifornimenti indispensabili per la vita degli astronauti. La lunga permanenza di molti degli astronauti sulla stazione rende infatti necessario l’invio di missioni di trasporto cargo. Tutto ha inizio e fine in quel chilometro alla periferia del capoluogo piemontese. Dagli enormi hangar di Thales Alenia escono i moduli che conterranno i rifornimenti, mentre pochi metri più in là, nell’edificio di Altec, avviene tutta la delicata fase logistica di preparazione e di controllo dell’operazione di rifornimento. “La Aerospace Logistics Technology Engineering Company (Altec) è nata a cavallo del nuovo secolo e il suo core è gestire il supporto logistico e ingegneristico alla Stazione spaziale internazionale attraverso le nostre due sale di controllo collegate con la Nasa e l’Agenzia Spaziale europea”afferma orgogliosamente Fabio Massimo Grimaldi, presidente di Altec, davanti a una riproduzione in scala 1:10 della Iss che sovrasta dal soffitto gli enormi spazi dell’azienda. Proprio sotto questa ricostruzione della Stazione spaziale si trovano le sale nelle quali gli astronauti che si preparano per la prossima missione ricevono parte dell’addestramento: anche questo rientra tra i compiti della società ed è un’altro dei tasselli che compongono il variegato mondo della space economy piemontese.

New Space Economy
Dal punto di vista economico lavorare nel settore aerospaziale, soprattutto nell’ultimo decennio, sta premiando le imprese”continua Grimaldi. Nel 2017, secondo i dati dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) la space economyitaliana vale 1,4 miliardi di euro e dà lavoro a seimila persone.
Questi numeri premiano la grande industria, come Thales Alenia Space, ma premiano anche tutte le pmi che lavorano insieme. E questa sinergia è particolarmente apprezzabile nel sistema piemontese nato attorno all’industria spaziale. Dalle università ai centri di ricerca, dalle grandi imprese alle pmi sono, infatti, numerose le realtà del torinese che gravitano, nel vero senso della parola, intorno al settore aerospaziale. Oltre ai big Thales-Alenia Space, Alenia Aeronautica, Avio, Selex Galileo, Microtecnica e Altec, nel settore operano altre quattrocento aziende di varie dimensioni le quali forniscono servizi tecnico-industriali che vanno dalla progettazione alla modellazione, dal design industriale al calcolo strutturale, dalla produzione di software specializzati, all’esecuzione di test e di prove di laboratorio.
A dimostrazione del crescente interesse per il settore, si moltiplicano anche le iniziative di divulgazione scientifica ed editoriale.
Sempre a Torino c’è la base operativa di un progetto che unisce il marketing alla comunicazione specializzata. A teorizzare e mettere in pratica questo sistema di comunicazione è Emmanuele Macaluso, divulgatore scientifico ed esperto di marketing. Macaluso ha fondato Cosmobserver (www.cosmobserver.com) un portale in cui si parla di astronomia, astrofisica e astronautica nato e cresciuto da un blog. Tra i nomi illustri che sono stati intervistati da Macaluso sul sito ci sono gli astronauti Franco Malerba e Maurizio Cheli, gli astronomi Walter Ferreri, Attilio Ferrari, Alberto Cora e Daniele Gardiol, il ricercatore Fabio Falchi e i divulgatori Piero Bianucci e Antonio Lo Campo. Oltre alle interviste, sono decine gli articoli che trattano l’attualità: ricerche scientifiche in ambito astronomico e attività spaziali dell’astronautica, recensioni di libri e analisi in ambito scientifico e comunicativo.
Torino è legata all’industria dell’auto ma anche a quella del volo, anzi i due settori si incrociano inevitabilmente come racconta con particolare passione Maurizio Maschio, firma di Torinosette e autore del libro Da Torino verso Marte(Daniela Piazza editore) altro esempio di sensibilità cittadina con i temi del cielo. Non è certo un caso che a firmare la prefazione sia Angelo Moriondo, presidente onorario dell’Aero Club Torino. Il testo racconta “una storia che affonda le radici all’inizio del secolo scorso, quando cavalcando il vento di novità portato dalla Rivoluzione Industriale i pionieri del volo si cimentarono nella straordinaria impresa di dare ali all’uomo. Torino, città-laboratorio per sua natura votata al progresso in campo tecnologico, non poteva che essere al centro della scena che vide l’aviazione muovere i primi passi. Cent’anni dopo, la città è ancora protagonista come polo di eccellenza mondiale nel settore astronautico”.
La tesi sostenuta da Maschio è chiara: il successo del capoluogo piemontese nell’industria aerospaziale va ricercata nel suo glorioso passato aeronautico. Tra citazioni di grandi scrittori e foto storiche Maurizio Maschio ripercorre la storia d’Italia e di Torino con costumi e curiosità e addirittura qualche spunto romanzesco. L’aviazione è analizzata in tutte le sue sfaccettature con l’evoluzione dell’aeroplano da strumento bellico a mezzo di trasporto civile, passando da Guinness dei primati a imprese eroiche. I velivoli attraversano così le epoche storiche con le loro guerre e le crisi ma anche la ripresa economica che oggi porta i voli a raggiungere altri pianeti e il made in Italy a fare la differenza oltre i confini terrestri. Nel finale del libro sono citate le missioni spaziali che hanno visto primeggiare l’Italia e il comparto industriale torinese, coinvolgendo tutti e sette gli astronauti italiani della squadra dell’Esa, per arrivare alla più recente missione ExoMars alla volta del Pianeta Rosso con l’intervista rilasciata in esclusiva dal direttore della missione, Walter Cugno.
La prossima missione ExoMars sarà nel 2020 e porterà sulla superficie di Marte un veicolo adatto ad esplorare il suolo del pianeta rosso, un rover che avrà l’importante compito di raccogliere campioni di terreno da riportare nei laboratori dell’Esa. Anche questo importante tassello vedrà la luce nella cittadella dello spazio torinese, la vera torre di controllo di ExoMars.  

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