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Eric Sadin in conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev – Sabato 3 novembre, Teatro del Castello di Rivoli

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ERIC SADIN
in conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev
Sabato 3 novembre ore 12
Rivoli, Teatro del Castello

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospita per la prima volta in Italia una conversazione con lo scrittore e filosofo Eric Sadin.
Sadin, noto per la sua ricerca sulle tecnologie digitali e sul loro impatto sull’economia, sulla politica e sull’emotività dell’individuo, presenterà sabato3 novembrealle ore 12, in una conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev, il libro, La silicolonizzazione del mondo. L’irresistibile espansione del liberismo digitale (Einaudi, 2018), tradotto per la prima volta in lingua italiana.
Con l’occasione l’autore offrirà un’anteprima del suo ultimo testo L’Intelligence artificielle ou l’enjeu du siècle. Anatomie d’un antihumanisme radical (Intelligenza artificiale o il palo del secolo. Anatomia di un antiumanesimo radicale), che sarà pubblicato in Italia nel 2019.
La silicolonizzazione del mondo parla del processo di ‘silicolonizzazione’, una visione politica, sociale ed economica inedita del mondo promossa dalla Silicon Valley, area della California dove sono nate e hanno sede le più grandi aziende dell’economia digitale come Apple, Google, Facebook, Netflix, Instagram, Twitter, Snapchat, Tesla.
L’autore descrive come l’ideologia neoliberale abbia elaborato una nuova forma di controllo definito “tecnoliberismo” in cui ogni aspetto della vita viene sfruttato nella sua valenza economica con l’obiettivo di ‘reinventare il futuro’ e di migliorare la vita dell’uomo, oggi più che mai considerato imperfetto e inadatto ad affrontare autonomamente il quotidiano.
Le aziende della Silicon Valley si basano su una ‘economia dei dati’ risultato della cessione inconsapevole da parte degli utenti di informazioni che servono ad alimentare l’azione moltiplicatrice di algoritmi e intelligenze artificiali. Ogni operazione dell’utente si trasforma così in un fatto economico generando i profitti di un’economia digitale che diventa “l’economia totale della totalità della vita”.
Sadin sostiene come, al di là degli interessi economici, tale visione del mondo non manchi di provocare nella vita quotidiana conseguenze sul sistema emozionale e sulla capacità di giudizio dell’essere umano a cui viene offerto un ‘accompagnamento algoritmico della vita’ difficile da rifiutare. Si verifica pertanto un processo di autocolonizzazione (la silicolonizzazione non ha bisogno di guerre, viene assorbita automaticamente dal singolo così come dalle organizzazioni politiche che fanno dell’aggiornamento tecnologico il proprio cavallo di battaglia) che ha delle ripercussioni sul piano sia sociale sia individuale. L’autore dedica parte del suo libro alle nuove psicopatologie nate da uso abnorme dei dispositivi che fanno dell’individuo una sorta di drogato costretto a un controllo compulsivo delle notifiche e degli aggiornamenti delle proprie applicazioni. L’avvento dell’intelligenza artificiale e il suo sviluppo da strumento per catturare dati a sistema computazionale capace di suggerire soluzioni comportamentali e interpretare iniziative autonome, conduce, secondo l’autore, a una nuova forma di totalitarismo definito come ‘totalitarismo digital soft’ che deresponsabilizza e costringe l’essere umano in una dimensione alienata.
Citando il “Grande rifiuto”proposto da Herbert Marcuse negli anni Sessanta in risposta all’affermazione di una società dei consumi, Sadin suggerisce l’ipotesi di un rifiuto ristretto che miri non tanto a distruggere le macchine, ma a demolirne quotidianamente il modello concettuale che ne è alla base.
Noi rifiutiamo gli “assistenti vocali”, che fingendo di “facilitarci” la vita rappresentano solo un’ulteriore forma, in un certo senso complementare, dell’indirizzamento algoritmico dell’esistenza, destinato a privarci delle nostre facoltà sensibili”(Eric Sadin, La silicolonizzazione del mondo).
La conclusione dell’autore è un richiamo alla “infinita ricchezza del sensibile” insediata quotidianamente dal paradigma tecnoliberista che vuole ridurre il rapporto dell’uomo con il reale all’interno di schemi rigidamente prefissati da anonimi e asettici dispositivi. Nell’epoca della tecnica l’esperienza umana rischia dunque la marginalità, costretta nell’angolo da un pensiero unico imposto da intelligenze artificiali e tradotta nel linguaggio binario dell’algoritmo.
Per sottrarsi a questa visione dominata dagli strumenti e dagli apparati Sadin ritiene fondamentale che l’essere umano riscopra il sensibile, la multidimensionalità dell’esperienza e guardi alla vita come una polarità dinamica.
Una navetta collega Piazza Castello a Torino, la Stazione di Porta Susa (Piazza XVIII Dicembre) e il Castello di Rivoli. Biglietto 3 € andata e ritorno. Navetta da Torino Piazza Castello ore 9.30, partenza dal Castello di Rivoli ore 15.30.

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