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Bruno Munari. Pre progetto, progetto, opera – 1-3 novembre, Artissima

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BRUNO MUNARI
Pre progetto, progetto, opera
1 – 3 novembre 2019
Torino, Artissima sezione Disegni, Galleria Corraini

Ci sono le opere, i progetti, i preprogetti e prima ancora i disegni e i segni. Per un artista come Bruno Munari, storicamente legato alla Galleria Corraini, dall’accostamento di segni prendono le mosse i progetti concreti: progetti di macchine inutili, di giochi, di libri, di lampade, fino alla realizzazione di vere e proprie opere o di “bozzetti” di opere su carta.

Bruno Munari, Scritture illeggibili di popoli sconosciuti, 1970

La Galleria Corraini, selezionata da Artissima nella sezione Disegni (stand DS1) presenta una serie di disegni, studi, e schizzi preparatori che ripercorrono l’intero percorso di ricerca dell’artista.
Alla radice del progetto e del disegno, i segni sono le prime formulazioni di un pensiero da ricombinare in infinite variazioni, come quelli tracciati e raccontati da Munari in Prima del disegno, volume della collana “Block Notes”, ideata nel 1996 da Munari e curata da Marzia Corraini, e come anche gli scarabocchi che illustrano Favole al telefono di Gianni Rodari, che mostrano le possibilità espressive di una scrittura primaria e automatica.
Nei Negativi Positivi, ciclo di opere iniziato dall’artista nel 1948 e condotto avanti per tutta la vita, si perde la distinzione tra figura e sfondo, le pareti entrano a pieno titolo a far parte delle composizioni, e i confini delle opere nascono dall’accostamento delle forme.
Osservando i disegni di Munari esposti ad Artissima, come quelli delle Macchine inutili, delle Scritture illeggibili di popoli sconosciuti o delle macchine aeree, vengono alla luce i diversi aspetti del suo lavoro: dal momento germinale, a un pensiero molto libero fissato su un foglio, al momento del progetto che porta infine all’oggetto o all’opera.
Nelle opere e nei disegni d’anteguerra di Munari si suole ricercare l’eco di una stagione formidabile come quella futurista – che l’artista aveva vissuto un poco da “eretico” tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta – e il preludio geniale della sua attività di grafico, iniziata appunto negli anni Trenta. Ma c’è dell’altro nascosto nei segni che costruiscono automi tardofuturisti o sospesi in un’atmosfera pseudo metafisica: c’è già in nuce il senso profondo della relazione tra i “pesi” e il “carattere”, per così dire, dei segni. In tutti quei disegni astratti d’anteguerra, per esempio, l’equilibrio compositivo non è dato tanto dalla partizione del foglio in triangoli o trapezi dinamici, quanto dal rapporto del peso dei segni tra di loro: un segno spesso, forte e gestuale, apparentemente rozzo, coagula attorno a sé segni più sottili e più “miti”, che solo grazie alla quantità possono contrastare la protervia del primo (o dei primi)”. (Marco Meneguzzo, ottobre 2019)

Fino al 5 gennaio 2020 la mostra “Alberi” di Bruno Munari a Corraini Lingotto
In occasione di Artissima, Corraini dedica a Bruno Munari anche una mostra presso la libreria Corraini Lingotto, bookshop della Pinacoteca Giovanni e Mariella Agnelli. La mostra Alberi. Ideogrammi materici di Bruno Munari raccoglie una serie di disegni dedicati all’ideogramma giapponese che significa “Albero” realizzati dall’artista per la Galleria Corraini nel 1993. È una riflessione sulla capacità degli ideogrammi di trasmettere informazioni visive, e uno studio su come lo stesso segno possa rappresentare immagini diverse, in questo caso, diversi tipi di albero.

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