Voices of Italian Poets
Un archivio online per conoscere e studiare le voci dei poeti
di Paolo Roggero
La risonanza è un fenomeno fisico. È grazie a questa se possiamo ascoltare una chitarra in una stanza e un pianoforte in un auditorium. Si verifica quando le vibrazioni di un corpo oscillante si riflettono e si amplificano nel materiale elastico circostante. Insomma un fenomeno grazie al quale un’oscillazione di partenza coinvolge nel suo movimento altri materiali, fino a ottenere una vibrazione complessiva, più ricca, complessa, forte e bella di quella iniziale.
Risonanza è anche una parola che, a dispetto del significato nudo, asettico e preciso della definizione quasi autoptica di una nozione scientifica, si è vestita, nella lingua italiana, di suggestioni e sfumature di significato. Una parola cara alla poesia e alla musica. La chiave di tutto il percorso artistico di Valentina Colonna, che da sempre cerca la chiave di volta per unire il suono degli strumenti musicali –quello che l’ha accompagnata fin da quando era piccolissima, visto che la sua è una famiglia di musicisti –con il timbro della voce, la sinfonia delle parole. Non tanto la parola musicata, ma la parola di per sé stessa, con il suo ritmo, la sua inflessione, le sue cadenze e le altezze delle vocali.
Valentina da anni si dedica alla poesia e alla musica con l’idea di unire questi due mezzi d’espressione in un’unica sintesi artistica. Ha pubblicato due raccolte di testi, con gli editori Manni e Aragno, e si è diplomata in pianoforte al Conservatorio di Lecce, con Master universitario in musica antica a Barcellona. È stata ospite ad alcuni tra i maggiori festival europei di poesia (ad agosto 2018 è stata ospite al “Days of Poetry and Wine” di Ptujin inSlovenia ed ha partecipato, negli ultimi anni, al Literatur&Wein Festival a Krems in Austria e al tedesco HausacherLeseLenz Festival), tiene spesso reading-concerto in cui abbina le due arti in modo creativo.
Risonanza è un po’ la parola che riassume tutto il suo percorso artistico, in ogni ambito del suo lavoro, dalla musica alla letteratura, e che torna spesso nei suoi lavori, un po’ come un marchio.
Allo stesso modo, la risonanza è un concetto scientifico che contribuisce al successo e al miglioramento della produzione artistica, e anche in questo senso si può accostare significativamente al lavoro di Valentina Colonna, che si affaccia sulla poesia dal punto di vista sia creativo sia scientifico. Alla ricerca della scrittura creativa accosta un approccio scientifico e linguistico, studiando un ambito molto particolare di questa forma d’arte: la lettura.
Da questo punto di vista è particolarmente originale il progetto che sta portando avanti nel contesto del dottorato in Digital Humanities (curriculum di linguistica) che sta svolgendo presso l’Università degli Studi di Torino e Genova. Ha ideato e cura “VIP – Voices of Italian Poets”, un archivio di registrazioni di poeti, contemporanei o del passato, che leggono testi propri o altrui, insieme a letture di attori, doppiatori, speaker radiofonici. La piattaforma si trova sul sito del Laboratorio di Fonetica Sperimentale “A. Genre” dell’università di Torino: le registrazioni vengono analizzate a livello fonetico, in modo da evidenziare le inflessioni, le pause, le scelte interpretative adottate dai parlanti.
Creare un archivio con le voci dei grandi poeti contemporanei e del passato significa già costruire una risorsa di cultura e memoria preziosissima e in rete a disposizione di tutti – non solo addetti ai lavori, studiosi e linguisti. Con pochi clic e a costo zero è possibile ascoltare letture di Montale o Ungaretti, insieme a quelle di poeti contemporanei, più o meno noti, come Davide Rondoni.
Questo archivio è solo un punto di partenza per studi ed esperimenti. Ad esempio, di ogni testo, oltre alla lettura dell’autore, spesso è disponibile l’interpretazione di altri poeti, attori o altri lettori, di varia estrazione culturale. Così, “Il congedo del viaggiatore cerimonioso” si può ascoltare letta dall’autore, ma anche da una vasta selezione di poeti contemporanei. Le loro scelte rispecchieranno, chiaramente, una gamma di elementi, dall’estrazione sociale alla provenienza geografica, la sensibilità, la visione artistica, le idee. Di quel testo qualcuno può scegliere di enfatizzare un aspetto anziché un altro; scegliere una lettura più discorsiva facendo sentire meno gli stacchi di ogni verso o delimitare ogni a capo con ampie pause, con maggior risalto di enjambements e figure di suono strutturali. “L’obiettivo è, oltre che la costituzione di un archivio vero e proprio, osservare nella poesia contemporanea, nel verso libero, come si realizza la “musica” della poesia, come si realizza il ritmo, spiega Valentina, e questo lo si può analizzare bene a partire dal confronto tra lettura vocale e testo scritto. Diciamo che per certi versi è anche un tentativo di intuire la suggestione musicale di partenza che ha guidato il poeta nella scrittura (nel caso delle letture originali) e di vedere cosa si mantiene nelle letture diverse. È un modo, anche, per vedere quali sono le tendenze prevalenti e le varie modalità interpretative”.
L’idea alla base del progetto è indagare le suggestioni musicali e foniche che sfuggono allo studio della sola metrica. La performance orale del testo offre all’autore o al lettore una gamma di scelte interpretative di cui è impossibile lasciare traccia sulla carta, ma che sono decisive nell’evidenziare certi elementi o certi aspetti del testo anzichéaltri, oppure possono giocare con la ritmica delle parole, creando suggestioni diverse. “Generalmente studio le singole letture, e scopro molto sul respiro e sulle caratteristiche peculiari di un autore. Dopodiché, confrontandole (naturalmente parlo delle letture di un medesimo testo), mi accorgo che esistono punti cardinali nel testo, che si mantengono anche in stili interpretativi differenti, anche al di fuori di ogni schema metrico. Si analizzano le sfumature semantiche di ciascuna e si tocca con mano quanto la questione ritmica vada oltre il mero conteggio delle sillabe e degli accenti. Va a influenzare l’intonazione. Si crea un vero e proprio “sovratesto”, un altro testo prosodico che talvolta si distanzia anche di molto dal testo scritto di partenza. Qui siamo sulle soglie di un punto molto delicato, una frattura, uno scarto molto interessante. Infatti all’estero questi argomenti sono affrontati con vari approcci, specialmente nel mondo anglofono. In Italia generalmente, tranne qualche eccezione, è poco studiato”.
Siamo abituati a pensare alla poesia, nella tradizione letteraria italiana, come a una forma d’arte meramente scritta. In realtà il poeta spesso parte da una suggestione sonora, musicale, di cui solo la lettura orale può rendere conto. “Ora che abbiamo i mezzi per farlo è importante studiare anche la lettura di un testo: chi lo ha scritto aveva un pensiero musicale, perché è musicale il modo di pensarlo, di scrivere e scandire un verso. Io stessa quando scrivo leggo ad alta voce i testi, per ascoltarne la resa sonora. Sono convinta che questo fronte di studi sia importante per approfondire le tendenze poetiche contemporanee e, in generale, capire di più e meglio il fenomeno poetico”.
Questo articolo ha ricevuto il terzo premio alla XII edizione del Premio Piemonte Mese, Sezione Cultura