VOLTI, PERCHÉ S’INCONTRANO
personale di Cosimo Cavallo
12 aprile-25 maggio
Torino, Galleria Gliacrobati
Il tempo che passa, paragonato a una forbice. A ogni sua recisione, qualcosa se ne va, e la realtà appare diversa, prende altra forma. Così, di quegli “occhi rotti” vagheggiati in un tempo misterico, vediamo oggi i volti. Il centro della nostra disattenzione, nell’ipnotica e minacciosa presenza di quel signore barbuto che camminava per le strade e gridava “ti taglio la testa” con accento pugliese, era sugli occhi. Ma quelli erano volti (e domani che cosa saranno?). Capita così per tutti, i nostri volti cambiano con il tempo, e con essi cambiamo noi, diventiamo altre persone. Come nelle foto da giovani, in cui ci si rivede belli, diventati altri da noi stessi.
Era il 2014 e Cosimo Cavallo riempiva un senso che oggi diventa più articolato. In un tempo che si stira, per farsi simbolo. Disegnava ai tempi le metamorfosi, figure astratte che evocavano nebulose o tempeste solari, con tratti neri da biro, seppure iniziasse a dare una possibilità alla pittura, anche grazie all’aiuto delle persone che occupavano la Cavallerizza Reale a Torino. Quando con Cosimo si erano realizzati insieme a Luca Atzori la prima mostra e relativo catalogo presso Rizomi, la galleria di Art Brut che si trovava in quel periodo in via Sant’Agostino, era un periodo di profondi cambiamenti, il quartiere aveva iniziato a brillare.
La mostra era stata talmente partecipata che diventava un fatto mediatico: la scoperta di una persona, un artista, in un senzatetto. La solita banalità, una sorpresa che puntualmente si ripete, routinaria. Le persone che scoprono l’artista, quando non si accorgono di scoprire la propria abitudine a stigmatizzare ciò che non riescono a comprendere.
È peculiare come in quel periodo catalogo e mostra fossero stati gestiti quasi interamente come una dimostrazione che l’arte di Cosimo non fosse Art Brut, etichetta con cui si connota un artista scevro da determinate logiche di mercato, che è rientrato all’attenzione per il fascino esercitato dalla sua figura iperbolica o semplicemente marginale, e questo, se vogliamo essere onesti, può essere vero. Eppure, resta il fatto che è quanto accade nell’esigenza espressiva, e la traccia che ricordiamo, soprattutto dall’epoca moderna in poi, come postuma.
Purezza e colta nostalgia, resistenza totale a un mondo che schiaccia la creatività, il possesso di un antico mestiere, la poesia dell’improduttivo, di questo si può accusare un artista come Cosimo oggi. La necessità, però, non è forse sufficiente a trovare un valore in tutto questo?
A cinque anni di distanza dall’esposizione dedicata all’artista nel 2019 e curata da Marzia Capannolo e Francesco Sena, che ponendo la produzione a inchiostro su carta in dialogo con quella a olio su supporti eterogenei consentivano di individuare nuovi piani di lettura del lavoro, dando alla pittura un ruolo centrale nella tensione espressiva dell’artista, Gliacrobati torna a ricomporre le tappe del lungo viaggio nella vita e nell’arte di Cosimo Cavallo attraverso una nuova mostra, in cui è presentata una significativa quantità di opere centrate proprio sulla rappresentazione del volto.
È possibile vedere l’esposizione anche online su www.vspacegallery.com.
Galleria Gliacrobati – Via Luigi Ornato, 4 Torino
Orario: Giovedì, venerdì e sabato ore 16-19.30
Info: www.gliacrobati.com