Il cranio della discordia Il Museo Lombroso fra crociate “umanitarie” e rigore scientifico di Chiara Pibiri Torino o Motta Santa Lucia? Questo è il dubbio – quasi amletico – che incombe sul cranio di Giuseppe Villella, un presunto brigante calabrese della seconda metà dell’Ottocento incarcerato e morto in Lombardia. Una storia come tante, a quel tempo, se non fosse che il cranio di Villella, conservato a Torino, ispirò la teoria oggi aberrante dell’Atavismo. Ma facciamo un passo indietro fino al 1864, quando Cesare Lombroso assiste all’autopsia di Villella: in quel momento l’esperienza non desta particolare interesse nell’allora trentenne medico, antropologo…