Coldiretti porta l’agricoltura civica a Torino
di Irene Sibona
Coldiretti prosegue e intensifica i progetti di agricoltura sociale (cioè l’uso delle attività agricole per la fornitura di servizi, la riabilitazione o (ri)socializzazione di persone con difficoltà – Piemonte Mese ne ha parlato sul numero di aprile 2013), alla quale è anche stato dedicato il convegno e le iniziative che si sono tenute lo scorso 19 giugno presso la Dimora di Artemide, le antiche fagianaie della Palazzina di Caccia di Stupinigi. E, parallelamente, apre anche a quella che si può definire agricoltura civica. O, se vogliamo, alla versione Coldiretti del guerrilla gardening.
Il progetto si chiama Cascina Quadrilatero ed è stato inaugurato venerdì 18 giugno. È il risultato della della collaborazione fra Coldiretti Torino, il Comune di Torino, la Circoscrizione 1, alcuni produttori biologici di Campagna Amica, i ristoratori, gli esercenti e gli abitanti e i fruitori della zona del quadrilatero e consiste nella sostituzione del verde urbano generico con ortaggi ed erbe aromatiche, ed è stato realizzato in Piazza Emanuele Filiberto, in pieno Quadrilatero, propro dietro Porta Palazzo. L’aiuola che segue il perimetro della parte centrale della piazza, quella che copre il parcheggio sotterraneo, è diventata un susseguirsi di piantine di pomodoro, peperoncini, zucchine, melanzane, insalata verde, salvia, basilico, erba cipollina, e il tutto è disponibile a chiunque. Come recitano innumerevoli cartelli, “L’orto è di tutti. Se vuoi raccogline i frutti, ma non danneggiare le piante”.
Il presupposto è, nelle parole degli organizzatori, che “la relazione tra il mondo della campagna e quello della città rappresenti un riscatto sociale dalla crisi etica, finanziaria, economica e morale in cui ci troviamo. La giusta agricoltura è paesaggio, è buon cibo, salute, socialità, occupazione, tradizione, cultura, bellezza. E quindi, semplicemente, ci aiuta a sentirci bene”. In un momento in cui “la globalizzazione dell’economia porta a delocalizzare le produzioni e il dumping ambientale, sanitario e sociale è la regola per tenere bassi i costi” è particolarmente significativo dare evidenza all’”esempio virtuoso” rappresentato dai produttori bio di Campagna Amica, “che continuano ad investire e innovare nella loro impresa, utilizzando pratiche agronomiche compatibili con la tutela dell’ambiente e della biodiversità, rifiutando i semi geneticamente modificati e si impegnano a fare qualità a prezzi equi, con prodotti che rappresentano un importante patrimonio materiale e immateriale per tutto il Paese”.
Lo scopo è, evidentemente, (ri)dare spazi all’agricoltura anche nel contesto urbano, e così facendo riqualificare aree avviate al, o già in pieno degrado degrado. Non solo sostituendo i rifiuti con spazi verdi a disposizione di tutti, ma organizzando iniziative di animazione sociale in collaborazione con con associazioni di anziani e cooperative sociali già operanti nel quartiere, che contribuiranno anche delle operazioni di gestione e manutenzione dell’area. La parte centrale del giardino è aperta al pubblico tutti i giorni per tutto il giorno, e i locali della piazza provvederanno alla chiusura serale dei cancelli.
A completamento del progetto, ogni mercoledì pomeriggio fra le 16 e le 21 l’area ospiterà un piccolo mercato alimentare (9 banchi), di produttori agricoli biologici di Campagna Amica. Inoltre, quattordici ristoranti del quartiere hanno aderito al progetto “Campagna Amica nel Piatto”. Tutti i mercoledì, gli chef faranno la spesa dai produttori del mercato e li trasformeranno nei piatti più diversi, ma sempre rispettosi della stagionalità e della territorialità. La clientela potrà trovare, accando ai consueti menù, l’indicazione del piatto cucinato coi prodotti acquistati al mercato nel pomeriggio. L’idea è, ovviamente, dare al consumatore il senso del legame fra città e campagna, fra i prodotti agroalimentari e la gastronomia.