… e ogni anno, a settembre, Exilles lo ridiventa
di Viviana Vicario
Di borghi medievali quasi intatti in Piemonte ce ne sono tanti. Chi ama camminare fra mura antiche, testimoni dei tempi che furono, non può resistere alla tentazione di visitarli tutti. Non è da tutti i giorni, però, capitare per caso in un piccolo borgo con poco più di 250 abitanti e sapere che un tempo era una città.
Ci troviamo a Exilles. I viaggiatori che giungono qui sono accolti da un curioso cartello che recita: “Attenzione. Rallentare. In questo paese i bambini giocano ancora per la strada”. Non è solo un ammonimento, ma l’anima di un paese dall’atmosfera sospesa nel tempo. I ricordi si nascondono silenziosi fra le vie strette, rivivono nelle parole scritte su pannelli appesi ai muri degli edifici d’epoca, testimoni dell’esistenza di un passato ricco e produttivo. È il passato che si snoda fra le viuzze che dalla Rue Principale portano su una terrazza fatta di mura e case medievali ancora integre, da cui si può ammirare l’enorme distesa paesaggistica della Valle. Gli exillesi, con quel fare gentile e tranquillo tipico di chi si sveglia la mattina in un luogo in cui la pace regna sovrana, custodiscono gelosamente il loro passato, ancora vivo nei racconti dei nonni.
D’altronde, il fascino dei tempi antichi risiede proprio nel potere evocativo della parola, che restituisce vita ad aneddoti, altrimenti risolti in qualche nota o data scritta su un freddo libro di storia. Chi ama la storia, ama le persone. Per questo, nel cuore degli autoctoni, Exilles è ancora “città”.
La storia risale alla fine dell’Ottocento quando, con un Regio Decreto di Umberto I, il paese fu elevato a rango di città e diventò il borgo più popolato della Valle di Susa. Negli ultimi anni dell’Ottocento Exilles contava in totale tremila abitanti, di cui mille erano militari residenti al Forte. In quegli anni fiorirono attività commerciali, utili a fornire il sussidio necessario per i militari e per la popolazione sempre più numerosa. Questo durò sino allo scoppio della prima guerra mondiale. Negli anni seguenti il Forte non fu più presidio militare. Non era più necessario produrre beni e servizi. Fu l’inizio del declino.
Dopo il 1945 l’interno del Forte fu smantellato e le attività commerciali vennero pian piano chiuse. Agli exillesi, però, piace ricordarla fiorente. La loro bella città è ricca e popolata nei ricordi, nelle insegne dei vecchi negozi, di una Rue Principale piena di gente. Dalla panetteria del signor Perasso, che forniva il pane al Forte di persona ed “era gelosissimo della bella moglie Elena” all’ufficio postale nato con l’Unità d’Italia e i suoi “cent’anni di consegne ai militari del Forte”. E poi ancora, fabbriche di calzoleria, sarti, camiciaie, barbieri, osterie e alberghi. Sono i negozi che adesso ci si ritrova raccontati sui cartelli sparsi per il paese, sulle insegne riprodotte, e sulle porte serrate dei vecchi negozi.
Ma un giorno all’anno quei personaggi che normalmente hanno vita solo nell’immaginazione del visitatore, si animano. In quel giorno Exilles rivive il suo periodo fiorente.
Quest’anno si terrà il 21 settembre la decima edizione della tradizionale rievocazione storica “Exilles Città”. Saranno raccontati momenti di vita, riallacciati a eventi nazionali. Le viuzze si animeranno di scene d’epoca. Quest’anno in particolare, proprio perché l’evento compirà dieci anni, si terranno performance teatrali e musicali, “rievocatrici di quattro date fondamentali per la storia”, spiega Barbara Patria, assessore di Exilles: “ il 1884, in cui ci fu l’esposizione nazionale a Torino, e ad Exilles fu costruita una fontana; il 1894, quando i fratelli Lumière inventarono il cinema, e proprio a Exilles c’era un misterioso collegamento con il cinematografo; il 1904 è il debutto di Madame Butterfly, anche questa particolarmente legata a noi; e il 1914 fu l’anno in cui la Francia, a due passi dal nostro paesello, entrò in guerra”. Il tutto sarà una sorpresa.
Per il resto, come nelle altre edizioni, si potrà assistere alla scena delle lavandaie al lavoro nella storica fontana di Exilles, che strofinano e appendono i panni fra chiacchiere e pettegolezzi. Chi vuole, potrà gustare il lusso di un bicerin al “Caffè del Cairo”, servito sulla terrazza dell’antico caffè, allora Circolo dei Militari, che si affaccia direttamente sulla valle; oppure partecipare a un corso di calligrafia ottocentesca presso la vecchia scuola.
Insomma, si tratterà di un vero e proprio tuffo nel passato. Il tutto rigorosamente in abiti d’epoca.
Non mancheranno personaggi curiosi. Ci si potrà imbattere in un signore che viaggia sul calesse, il carrettiere di un tempo, che effettuava il servizio di trasporti in paese. Essendo stato in Grecia per il servizio militare, soleva salutare i compaesani con “Kalimera” e “Kalispera”. Un altro personaggio, vivo e vegeto, è l’exillese Alfredo Medail. Aprirà per l’occasione il suo “museo” (così lo chiama) di oggettistica autoctona. Qui si potrà trovare di tutto: dalle trappole per topi alle chiavi inglesi, dagli antichi scaldaletto in legno alle camice da notte d’epoca. Gli oggetti sono perfettamente conservati, come si addice a un vero collezionista.
Alla fine della giornata si terrà il Matrimonio. Fittizio, ma pur sempre scenografico. Anche se, a detta di Rosanna Guiot, esperta conoscitrice della Valle e impiegata all’Info Point della Pro Loco di Exilles, nelle prossime edizioni potrebbe esserne celebrato uno vero: “ È un momento di festa, di aggregazione e gioia. L’abbiamo inserito nel programma della manifestazione dalla sua nascita. Pensiamo che potrebbe essere un’idea efficace, sia per caratterizzare la manifestazione sia per le coppie stesse, proporre di celebrare un vero matrimonio in abiti d’epoca, nell’atmosfera suggestiva di Exilles Città. È un’idea per il futuro. Intanto ci godiamo la decima edizione, che come ogni anno serberà molte sorprese”.
Info: 347 4472120, 333 8960017, email: info.prolocoexilles@libero.it, www.prolocoexilles.jimdo.com