PIETRE D’INCIAMPO TORINO
Installazione di 15 nuove pietre
22 gennaio ore 9:30-16
Torino
In collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) – sezione Torino e il Goethe-Institut Turin – per il quinto anno porta a Torino gli Stolpersteine di Gunter Demnig, un progetto europeo ideato e realizzato dall’artista tedesco per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista.
L’artista produce piccole targhe di ottone incastonate su cubetti di cemento che sono poi incassati nel selciato di fronte all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Ogni targa riporta “Qui abitava…”, il nome della vittima, data e luogo di nascita e di morte/scomparsa. In tutta Europa sono state posate più di sessantamila pietre.
Le installazioni torinesi avranno luogo martedì 22 gennaio 2019, dalle ore 9.30 alle 16. Saranno posizionate 15 pietre in dieci luoghi distribuiti nella città.
Alle ore 12, in via San Donato 27, in occasione dell’installazione della pietra dedicata a Vittorio Staccione, avrà luogo una cerimonia pubblica alla presenza delle istituzioni e degli enti promotori.
Come gli scorsi anni, gli studenti di dieci istituti scolastici torinesi sono stati coinvolti attivamente in un percorso didattico realizzato dal Museo in collaborazione con l’Istoreto (Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”), l’ANCR (Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza) e la Rete Italiana di Cultura Popolare, la cui conclusione è prevista nel mese di febbraio, con la realizzazione di eventi pubblici al Polo del ’900.
Nel corso degli anni, i cittadini hanno dato prova di crescente interesse per un’iniziativa di alto valore storico e morale che si avvale di processi innovativi e partecipativi e costituisce una vera e propria azione di public history: le attività educative e di coinvolgimento della cittadinanza sono volte a favorire la conoscenza del territorio urbano e ad accrescere la consapevolezza su eventi storici significanti avvalendosi di processi di produzione di saperi “dal basso” in un quadro di provato rigore storico.
Il Museo, che dal 2015 gestisce lo Sportello Pietre d’inciampo, cura il dialogo con le persone che sono entrate in contatto con il progetto, sia richiedendo l’installazione di pietre, sia manifestando interesse per il progetto e le sue finalità. Negli anni si sono rivolte al Museo realtà di altre città, piemontesi e non solo, per ottenere indicazioni e suggerimenti su come far installare le pietre d’inciampo nel proprio territorio; un’attenzione che conferma come il progetto Pietre d’Inciampo Torino sia ormai considerato un modello di riferimento e di sostegno per la diffusione delle pietre d’inciampo in Italia.
Alla pagina www.museodiffusotorino.it/PietredInciampo è possibile visualizzare la geolocalizzazione delle pietre sul territorio cittadino e le biografie delle vittime a cui sono dedicate.
Per dedicare una pietra o per ricevere maggiori informazioni sul progetto è possibile telefonare al numero 011 01120788 o scrivere apietredinciampo@museodiffusotorino.it
Fra le installazioni previste, si segnalano, per l’esemplarità delle storie, la pietra d’inciampo dedicata a Livia Deutschova (ore 14, via Garibaldi 53), quella dedicata a Vittorio Staccione (ore 12, via San Donato 27), e quelle per Natalia Tedeschi, Bice Sacerdote in Tedeschi, Celestina Muggia in Sacerdote e Vittorio Tedeschi (ore 14.45, corso Regina Margherita 89).
Vittorio Staccione
Vittorio Staccione nacque il 9 aprile 1904 a Torino nel quartiere Madonna di Campagna. Appassionato di calcio, giocò in diverse squadre importanti a livello nazionale (tra le quali Torino, Fiorentina e Cremona). Vinse con il Torino lo scudetto nel 1926/1927. A Firenze conobbe Giulia Vannetti che sposò nel 1928. La donna, rimasta incinta, morì di parto insieme con la bambina, evento che segnò fortemente Vittorio. Tornato a Torino, lavorò come operaio alla Grandi Motori Navali Fiat. Antifascista sin dalla giovinezza, era noto alle autorità per la sua attività politica. In nome dei suoi ideali, partecipò agli scioperi del marzo 1944 e fu arrestato il 12 marzo. Condotto a Bergamo, il suo convoglio passò da Verona, Tarvisio, Villach. Arrivò a Mauthausen il 20 marzo 1944. Nel campo di concentramento austriaco dichiarò la professione di tornitore e fu classificato con la categoria Schutz. Il suo numero di matricola era 59160. Trasferito nel sottocampo di Gusen, il 16 marzo 1945 morì per i postumi di una ferita alla gamba, causata dalle percosse. Il fratello Francesco conobbe la medesima sorte: deportato a Mauthausen, morì il 27 marzo del 1945.
Livia Deutschova
Livia (Lilly) nacque il 14 gennaio 1924 a Levice (Slovacchia) da famiglia ebraica. Venne arrestata il 7 giugno 1944 a Levice. Fu deportata con tutta la famiglia ad Auschwitz. Superò la selezione iniziale, a differenza degli altri membri della sua famiglia che vennero sterminati all’arrivo. Fu trasferita a Hessisch Lichtenau, sottocampo di Buchenwald. Sopravvissuta, nel dopoguerra sposò un internato militare italiano e abitò a Torino in Via Garibaldi 53.
Natalia Tedeschi
Natalia nacque il 19 giugno 1922 a Genova, figlia di Marco e Bice Sacerdote. L’ultima sua residenza fu a Torino. In quanto ebrea, fu arrestata il 28 marzo 1944 a Casteldelfino dai tedeschi. Fu detenuta a Venasca e poi nel carcere Le Nuove di Torino. Fu quindi deportata al campo di Fossoli e da qui fu trasferita ad Auschwitz il 16 maggio 1944. Condotta al campo di Theresienstadt, sopravvisse alla liberazione del campo e fu liberata il 9 maggio 1945. Durante la sua vita si è impegnata in un’opera di costante testimonianza nelle scuole. È mancata nel 2003.
Bice Sacerdote in Tedeschi
Bice nacque il 21 settembre 1893 a Moncalvo. Era figlia di Elia Vittorio e di Celeste Muggia. Si sposò con Marco Tedeschi. In quanto ebrea, venne arrestata il 28 marzo 1944 dai tedeschi a Casteldelfino. Rinchiusa nel carcere Le Nuove di Torino, transitò poi nel campo di Fossoli. Da qui fu deportata il 16 maggio 1944 ad Auschwitz. Non superò la selezione iniziale e fu uccisa all’arrivo; morì il 23 maggio 1944.
Celestina Muggia in Sacerdote
Celestina nacque a Trino Vercellese il primo maggio 1870. Era figlia di Davide Muggia e di Consolina Segre. Sposò Elia Vittorio Sacerdote. In quanto ebrea, fu arrestata il 28 marzo 1944 a Casteldelfino. Trattenuta nel carcere Le Nuove di Torino, transitò poi al campo di Fossoli. Da qui venne poi deportata il 16 maggio 1944 ad Auschwitz. Non superò la selezione e venne assassinata all’arrivo al campo, il 23 maggio 1944.
Vittorio Tedeschi
Vittorio nacque il 28 luglio 1915 a Vercelli. Era figlio di Marco e di Bice Sacerdote. Arrestato il 27 gennaio 1944 dai tedeschi a Fossano, fu trattenuto al carcere Le Nuove di Torino e poi deportato al campo di Fossoli. Da qui fu trasferito ad Auschwitz il 5 aprile 1944. Fu assassinato il 25 aprile 1945 a Mauthausen, pochi giorni prima della liberazione del campo.
Info: www.museodiffusotorino.it