dai quaderni delle nonne al kakebo
di Gabriella Bernardi
Ricordo ancora che mia nonna era solita comprare, una volta terminato il precedente, un normalissimo quaderno come quelli usati dagli studenti, possibilmente a quadretti grandi, così da essere d’aiuto nella scrittura, per poi aprirlo e riempirlo di date e di numeri rigorosamente scritti a matita, nel caso fosse stato necessario fare una correzione. Una volta finito il quaderno, riportava l’ultima cifra sulla prima pagina del successivo e mi consegnava quello vecchio,per giocarci. I disegni che pensavo di fare rimanevano un lontano desiderio: era difficile trovare pagine libere dai numeri e dai calcoli, fatti con tale sicurezza da sembrare quasi stampati.
Oggi comprendo che quello che mi consegnava era il bilancio familiare di intere settimane, se non di mesi. Un documento importante: il libro contabile di casa. Che fossero fogli volanti o tenuti assieme da uno spago, nel passato il risparmio nelle società familiari era così riportato ed è sempre stato appannaggio delle donne. Come si direbbe, la sapevano lunga in materia le nostre nonne e come sempre, buttando uno sguardo sul passato per rassicurarci sul futuro, si può imparare molto dalle precedenti generazioni che, senza mezzi elettronici sofisticati, con carta e penna, avevano grandi capacità di pianificazione. Come spendevano le nostre nonne? Come gestivano il bilancio familiare o i terreni, le cascine e i raccolti? E soprattutto, come annotavano queste spese?
Sarà per questo che a fine gennaio il Museo del Risparmio di Torino ha lanciato una “call for action” molto curiosa o per essere più nostrani, un “invito ad agire”, nello specifico per ritrovare i vecchi quaderni dei conti che fino a poco tempo fa era d’uso tenere in famiglia nel cassetto del tinello.
Il Museo del Risparmio di Torino, insolito e forse unico nel genere a livello mondiale, presenta per la data dell’otto marzo un allestimento tutto particolare dal titolo accattivante: “Quel genio di mia nonna! Dai libri di casa al kakebo”.
Le foto inviate, tramite i più usati social, della copertina e di una pagina interna con i commenti e le storie dei proprietari hanno arricchito e composto l’esposizione che non vuole essere solo un tuffo nel passato tra ricordi di famiglia di pagine ingiallite con numeri che raccontano il bilancio familiare fatto con le vecchie lire, ma anche un’occasione per ammirare veri e propri cimeli messi a disposizione da alcune istituzioni.
Fa bella mostra di sé il kakebo. Praticamente, la versione giapponese del libro dei conti, ma questo ha una storia tutta sua essendo stato inventato nel 1904 dalla giapponese Motoko Hani, figlia di samurai e prima direttrice donna di una rivista femminile.
Una mostra particolare che ha anche lo scopo di far scoprire a chi non lo conoscesse ancora questo Museo situato in centro a Torino, non molto grande, ma sicuramente uno dei più insoliti al mondo per apprendere in maniera interattiva e divertente storia, uso e perfino risvolti letterari e cinematografici del denaro e dell’economia.
Non aspettatevi vecchie monete o banconote polverose, anche se qualche titolo è visibile sotto teca, ma questo allestimento moderno punta sull’educazione finanziaria, parecchio trascurata sui banchi di scuola, e certo neanche lontanamente paragonabile all’approccio della vecchia materia di “Economia domestica” guarda caso dispensata solo alle fanciulle.
Sale bianche con monitor e cuffie invitano a fermarsi davanti a certe postazioni dove la simpatica mascotte (non poteva essere che una formichina, simbolo universale del risparmio) spiega tutto quello che c’è da sapere su questo mondo. Si comincia col baratto, passando alla nascita della moneta con vari aneddoti storici fino ai più moderni sistemi finanziari dai nomi che ormai fanno parte del nostro linguaggio, come il famigerato spread.
Un approccio interattivo, ben comprensibile e fruibile che non trascura i più piccoli visitatori. Infatti, ci sono postazioni ad altezza bimbo studiate per comunicare con loro e oltre all’allestimento permanente il Museo promuove numerose attività di educazione finanziaria.
Il primo censimento sulle iniziative realizzate in Italia in questo settore (a cui il Museo ha partecipato a fianco di Banca d’Italia, Ivass, Consob, Covip, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio) è stato presentato recentemente a Roma il 18 gennaio. Purtroppo i risultati non mostrano nulla di lusinghiero: la ricerca conferma che il livello di conoscenza finanziaria degli italiani è tra i più bassi d’Europa, e questo rende meno consapevoli nelle scelte finanziarie; sarebbe opportuna una strategia nazionale, e non priva di iniziative accattivanti o capaci di incuriosire e coinvolgere direttamente, soprattutto i giovani.
Una di queste è proprio il “vecchio quaderno delle nonne” dove parallelamente si svolgeranno incontri formativi dedicati ai “segreti” del bilancio familiare, aprendo così il ciclo di appuntamenti: “Arianna. Il filo della finanza” http://www.museodelrisparmio.it/arianna-il-filo-della-finanza/. L’idea di fondo è che i concetti più importanti dell’economia e l’arte dell’investimento si possano apprendere in modo semplice e coinvolgente, andando oltre ai soliti stereotipi che vorrebbero le donne fin troppo risparmiatrici, ma più informate e consapevoli del cambiamenti attuali.
Museo del Risparmio – Via San Francesco d’Assisi 8/A, Torino
Orario: chiuso il martedì; tutti gli altri giorni ore 10-19 (ultimo ingresso ore 18)
Biglietti: intero 8 euro, ridotto 6 euro. Per ulteriori riduzioni e gratuità consultare il sito
Info: www.museodelrisparmio.it.