DA COSA NASCE COSA
nella ricerca dello spirito
Mostra site specific di Daniela Gioda
6 ottobre – 4 novembre
Castello di Magliano Alfieri
La mostra è promossa dall’ Associazione Culturale “Amici del Castello Alfieri“ e dal Comune di Magliano Alfieri. L’artista Daniela Gioda ha realizzato un progetto espressamente ideato per gli spazi del castello dove l’esposizione si diffonde, tra la Cappella esterna dei Battuti, gli spazi interni e la Cappella Gentilizia del Santo Crocefisso.
Con la suggestiva installazione museale dedicata ai Batù, che apre l’itinerario nella Cappella stessa, l’esposizione personale, curata da Silvana Nota, nasce da un lavoro condotto per molti mesi dall’artista e coniuga con unità di stile la profondità tematica della ricerca all’ascolto dello spirito del luogo del quale ha recepito la forza fin dal sopralluogo esplorativo, fondamentale momento di riflessione concepito non già ai fini di una visione logistica, ma nell’intento mirato di una cercata e voluta ispirazione focalizzata sull’idea di intercomunicazione tra arte, storia e natura, in sintonia con il concetto universale, comune a molte filosofie e culture, secondo il quale siamo parte di un Tutto, e il Tutto è parte di noi stessi.
Opere polimateriche si snodano in un’elaborazione spaziale contenutistica delle opere inserite in un concetto di allestimento, curato sempre da Daniela Gioda, di precisa attenzione e rispetto ai diversi ambienti.
Potente e di straordinario impatto risulta l’installazione studiata per l’atmosfera scarna della cappella dei Battuti a cui Daniela Gioda rende omaggio con una grandiosa opera aerea composta da una moltitudine di tuniche bianche a dimensione naturale. Di taglio geometrico, citano il classico saio con cappuccio indossato dagli uomini “Batù” nelle processioni e in altre funzioni religiose.
La grande scultura flessibile, intitolata La ricerca dello spirito, spirito dei luoghiesprime inoltre la partecipazione con un proprio stile al movimento della Fiber Art, un linguaggio internazionale che vede il tessuto e la manualità come scelta concettuale di un recupero di conoscenze e significati.
L’itinerario prosegue con il drappo in entrata al Castello dove si libera nell’aria, come una preghiera tibetana al vento, l’opera Chi sei tu? Che dividi il pane, dedicata al valore del dono. Nel Salone delle Aquile, con l’opera Fili tirati, Libertà dai fili, prodotta sull’esperienza di una perfomance di piazza a Torino, rende omaggio ad Antonio Adriano, che con le idee e le lunghe ricerche sul territorio ha contribuito alla realizzazione del Museo dei Soffitti in Gesso, e del Museo Teatro del Paesaggio. Salendo al piano nobile, l’opera con impasti gessosi intitolata Continuitàè dedicata alla cultura materiale del territorio e al gesso, mentre una seconda opera, Adelante!3 esprime attraverso una porta socchiusa l’idea di accoglienza. L’opera è stata recentemente selezionata nell’ambito dell’evento internazionale “Chiamata Aperta” Tramanda 2018 della Città di Chieri, Trova posto nel Salone degli Stemmi, un’altra coinvolgente installazione intitolata Migrations, dove l’immagine fotografica di abiti appesi agli alberi dai migranti esprimono la metafora degli uccelli migratori sempre in volo verso terre lontane.
Nella Cappella del Castello, la Cappella Gentilizia del Santo Crocefisso, la mostra si chiude invitando a proiettare lo sguardo su punti di vista d’infinito. In questo raccolto e antico spazio Daniela Gioda accosta tre opere, tutte riunite nel medesimo ciclo, che scendono dal soffitto a terra. L’opera centrale, dinanzi all’altare, intitolata significativamente Da cosa Nasce cosa, che ha ricevuto la Menzione Speciale 00042-Biennale Shingle 22J.Edizione 2017,si compone di un telo tripartito, che scivolando morbido riflette la luce richiamando quella del cielo a cui guarda l’umanità di ogni tempo.
L’opera è un trittico riferito alla Trinità del cristianesimo, ma anche ai simboli di Pachamamae di molte altre sacre figure di religioni d’ogni tempo.
La continuità della vita, il desiderio di espansione degli orizzonti al fine di vedere nuovi mondi di bellezza e di silenziosa gioia, rappresentano dunque il messaggio centrale dell’opera e dell’intera mostra tra le cui righe è possibile leggere una poetica di speranza e di condivisione.
Orario di visita: sabato e domenica ore 10.30-18.30